LA PERSECUZIONE DEI CRISTIANI – PARTE 3

La croce di San Pietro, Costantino, il SOL INVICTUS, Mitra, il berretto Frigio, Baal, il simbolismo dell’Aquila, Babilonia e le origini pagane del Natale e della Pasqua.

Fonte: @anon_fa_mous
8 settembre 2023

Nella PARTE 2, abbiamo ripercorso i primi 300 anni delle origini del cristianesimo, fino al momento in cui Costantino ha fondato la Chiesa Cattolica Romana, epoca in cui i cristiani tipicamente si incontravano nelle case. La preghiera e la funzione si svolgevano principalmente nelle case private, come descritto nel libro degli Atti degli Apostoli.

La prima chiesa domestica viene menzionata in Atti 1:13, quando i discepoli di Gesù si incontravano nel “cenacolo” di una casa:

“Le chiese dell’Asia vi salutano. Aquila e Prisca, con la chiesa che è in casa loro, vi salutano molto nel Signore”.

– I Corinzi 16:19

La Chiesa Cattolica Romana riconosce San Pietro, uno dei 12 apostoli di Gesù, come primo Papa di Roma. È interessante notare inoltre, che Pietro era l’unico apostolo ad essere stato crocifisso a testa in giù, e viene riconosciuto con una croce capovolta.

La Basilica di San Pietro venne iniziata dall’imperatore romano Costantino tra il 319 e il 333 d.C. La sede del Vaticano comprende la Basilica e Piazza San Pietro ed è situata ancora in questa posizione quasi 2000 anni dopo.

La cosa interessante è che il progetto dell’edificio rappresenta la croce, ma a quale croce fa riferimento? Non è difficile intuirlo, dato che prende il nome da San Pietro, molto probabilmente si tratta della croce rovesciata.

La croce rovesciata è un simbolo molto importante per il Vaticano.

Costantino divenne imperatore nel 306 d.C. e governò per 31 anni. Il cristianesimo divenne la religione ufficiale dell’Impero Romano nel 324.

Costantino

Il cristianesimo si espanse come numero, da 7000 aderenti nel 100 d.C. a 6 milioni nel 300 d.C., ovvero il 10% della popolazione. L’antica Roma vedeva questa crescita come una minaccia alla religione pagana dell’Impero che invece adorava il Sole e l’imperatore stesso. La fede continuò a crescere, anche durante le persecuzioni romane, il che significa che l’Impero Romano non riuscì a fermare la continua crescita della fede.

Dio del sole romano Apollo/Helios/Mitra

Costantino aveva bisogno di una motivazione per convincere i cristiani a combattere per lui nel suo esercito, e molto probabilmente fu questo il motivo principale che portò a legalizzare il cristianesimo in tutto l’impero.

Dio del sole romano Apollo/Helios/Mitra

Ma Costantino aveva anche bisogno di mantenere le proprie legioni di alto rango felici, ecco perché è possibile osservare una fusione delle tradizioni e dei simboli pagani di Mitra/Sole con il cristianesimo romano di Costantino.

Gesù con il sole raggiante

Ma perché Costantino, il dio del sole pagano romano e Gesù hanno tutti le stesse sembianze?

Costantino voleva fondere l’inarrestabile crescita della fede nel cristianesimo con le radici pagane dell’impero romano. I romani erano al corrente del fatto che uccidere i cristiani avrebbe fatto espandere ancora di più la fede, per cui dovettero infiltrarla col loro simbolismo pagano.

Gesù con il sole raggiante

All’interno della Cappella Arcivescovile di Ravenna, i Vescovi romani italiani crearono un mosaico nel 450 d.C. raffigurante Gesù come imperatore romano in ruolo militare con una corona solare dietro la testa.

Gesù raffigurato come imperatore romano

Fu Costantino a decidere che, Gesù dovesse rispecchiare l’immagine di Roma, e non viceversa.

Costantino concesse molti benefici ai sacerdoti pagani, uno dei quali fu renderli ministri cristiani. In più ricevevano sostegno monetario dall’Impero e non pagavano le tasse. La Roma pagana aveva bisogno di infiltrarsi e prendere le redini di questa religione in rapida crescita.

L’imperatore romano antecedente a Costantino era Diocleziano, responsabile della Grande Persecuzione del 303. Questo evento comportò l’uccisione di molti cristiani per via della loro fede.

Nel Nord Africa, i cristiani catturati venivano risparmiati se consegnavano la Bibbia alle autorità. Erano chiamati traditores – “coloro che cedevano (la cosa santa)”. Da qui scaturisce anche il termine traditore.

I Donatisti non permettevano ai traditores di diventare sacerdoti nella loro chiesa cristiana nel Nord Africa, cosa che andava contro gli ordini di Costantino.

Così Costantino ordinò al suo esercito di costringere all’obbedienza i Donatisti, bruciando chiese e martirizzandone alcuni dal 317 al 321.

Il berretto frigio rosso di Mitra

Costantino era devoto al mitraismo o al culto di Mitra. Gli adoratori di Mitra avevano un sistema complesso di sette gradi di iniziazione e pasti rituali comuni. Gli iniziati si chiamavano syndexioi, coloro che erano “uniti dalla stretta di mano”.

Il mitraismo è stato identificato dagli storici moderni come culto del sole. Il loro rituale principale richiedeva il sacrificio di un toro al dio pagano del sole.

Nel 145 d.C., il primo apologista cristiano Giustino Martire accusò il culto di Mitra di imitare il cristianesimo.

Il Berretto Rosso della Libertà è conosciuto anche come Berretto Frigio, Berretto Mitraico, Berretto sacrificale, mitra e in francese come bonnet de la Liberté o bonnet rouge. Simboleggia gli atti sacri di Iniziazione, Sacrificio, Libertà, Rivoluzione, Illuminazione e Fratellanza.

Il tutto è un segno di “iniziazione” e di un battesimo di tipo particolare.

Le origini del berretto frigio possono essere ricondotte al bambino sacrificato dal falso dio Baal. La prima statua di Baal è raffigurata con indosso un cappello a punta con una palla in cima, a significare l’importanza del berretto frigio per la cabala – Fonte

  • Baal a Canaan
  • Horus in Egitto
  • Mitra a Roma
  • Dea Libertas
  • Ganimede/Zeus trasformato in aquila
  • Sigillo dell’esercito americano
  • Simbolo della Rivoluzione francese
  • L’Apoteosi di Washington affresco sotto la cupola del Palazzo del Senato

Il culto di Mitra era altamente esclusivo ed elitario, che sostanzialmente non era concesso alle masse ed era particolarmente apprezzato dai legionari. Troviamo tracce del culto di Mitra ovunque vi fossero stanziate le legioni, dalle coste del Mar Nero alla Gran Bretagna e al deserto del Sahara.

Furono i soldati, che si muovevano costantemente nell’Impero, a diventare missionari di Mitra. Gli scienziati, dopo aver valutato le reliquie con le iscrizioni, hanno concluso che i principali seguaci di Mitra fossero mercanti e soldati – Fonte

L’Aquila era un simbolo importante per i legionari. Un legionario era conosciuto come aquilifer (il “portatore dell’aquila”).

L’Arco di Costantino è disseminato di simboli dell’Aquila ma non di simboli cristiani.

Ganimede (il precursore greco del dio Mitra romano), è raffigurato con indosso un berretto frigio ed è associato ad un’aquila.

Ganimede è anche identificato con l’Acquario. L’Acquario è conosciuto come GULA “Il Grande” nei cataloghi stellari babilonesi e rappresenta lo stesso dio Ea, che è comunemente raffigurato con in mano un vaso traboccante.

L’alba dell’Era dell’Acquario è associata al Nuovo Ordine Mondiale.

L’ossessione di Costantino per il dio del sole pagano

La monetazione ufficiale di Costantino per Roma includeva immagini del Sole fino al 325/326. La moneta raffigurava il Sol Invictus con l’scrizione SOLI INVICTO COMITI (Sole Invitto in latino).

Costantino decretò il 7 marzo 321, il DIES SOLIS – il giorno del Sole, la “Domenica” – come giorno di riposo romano:

“Nel venerabile giorno del Sole riposino i magistrati e le persone che risiedono nelle città, e siano chiuse tutte le officine. In campagna invece gli addetti all’agricoltura possono liberamente e legittimamente continuare la loro attività, perché spesso accade che un altro giorno non sia adatto per la semina del grano o per la piantagione della vite; nel timore che trascurando il momento opportuno per tali operazioni, si perderebbe la grazia del cielo”.

Nel 330 Costantino fece erigere una statua che costituisce una chiave per comprendere le sue convinzioni più profonde. Dopo decenni di sostegno al cristianesimo, apparve sotto forma di statua del dio sole nel foro.

La colonna divenne il centro del Foro di Costantino, oggi noto come Piazza Cemberlitas a Istanbul.

La statua in cima al monumento raffigurava Costantino nelle sembianze di Apollo con una corona solare, simbolo dei re ai tempi di Alessandro Magno.

Dopo la sua “conversione ufficiale” al cristianesimo nel 312, Costantino costruì il suo arco di trionfo a Roma. È interessante notare che non era dedicato ai simboli del cristianesimo, ma al Sole Invitto.

Sull’Arco di Costantino appaiono statuette del Sol Invictus (il dio del sole romano) in tre punti.

Durante il suo regno modificò molti aspetti legati ai culti pagani, ma ciò non significa che smise di coltivare le antiche tradizioni.

Il Dio del Sole romano è piuttosto visibile sull’Arco di Costantino, inciso nella pietra a cavallo di 4 cavalli.

Quando nel 315, l’Arco venne terminato, comprendeva una statua in bronzo di Costantino che cavalcava 4 cavalli, come imitazione al dio del Sole.

In cima all’Arco si legge INSTINCTV DIVINITATIS, che significa Ispirato dal Divino. Costantino era ossessionato dal Dio del Sole e da se stesso.

L’Arco di Costantino fu posizionato con cura in maniera tale che si allineasse con la colossale statua del Sole presso il Colosseo, e che il Sole formasse lo sfondo dominante se visto dalla direzione dell’accesso principale verso l’arco, nell’antica Roma.

Anche in cima all’Arco di Costantino a Roma, sono presenti 8 uomini barbuti che indossano il berretto frigio del Sacerdozio Mitraico.

I romani volevano far credere ai cristiani che i berretti frigi e il Natale fossero parte del cristianesimo, motivo per cui vediamo i berretti frigi in questo mosaico del 565 d.C. chiamato “I Tre Magi” nella Basilica di Sant’Apollinare Nuovo in Italia.

Le feste pagane del solstizio d’inverno e dell’equinozio di primavera

Il calendario filocalino del 354 d.C., parte VI, fissa al 25 dicembre la festa di “N·INVICTI·CM·XXX” – “Compleanno degli invitti, giochi ordinati, trenta corse” – è il più antico riferimento letterario alla festa pagana del Sol Invictus.

È una festa del solstizio d’inverno celebrata il 25 dicembre, dedicata al re Helios. È un giorno di festa che viene osservato come il momento in cui il sole si rinnova, il freddo inverno viene sconfitto e il sole rinasce ancora una volta. L’imperatore Giuliano collega la celebrazione a qualcosa basato sulle pratiche di Numa Pompilio.

Anche lo stesso calendario filocaliano, parte Ⅷ, menziona la nascita di Gesù Cristo, affermando che il “Signore Gesù Cristo nacque otto giorni prima delle calende di gennaio” (cioè il 25 dicembre) – Fonte

Saturno alla guida di un carro a quattro cavalli (quadriga) sul rovescio di un denario emesso nel 104 a.C. dal tribuno della plebe Saturnino, con la testa della dea Roma sul dritto: Saturnino era un politico popolarista le cui immagini saturniane giocavano sul suo nome e evocavano sia il suo programma di distribuzione del grano per aiutare i poveri sia il suo intento di sovvertire la gerarchia sociale, tutte idee associate ai Saturnalia.

Il moderno Babbo Natale indossa un berretto frigio rosso e libra nell’aria proprio come il dio del sole pagano di Roma. Mitra era conosciuto come dio del sole con data di nascita al 25 dicembre, il che significa che la festa a Roma era dedicata al dio del sole.

SATURNALIA è stata la festa romana antecedente alla festa del 25 dicembre di NATALPUBEIS INVICTI.

Faceva parte della festività in onore del dio Saturno, che si teneva il 17 dicembre del calendario giuliano e successivamente si espanse con festeggiamenti fino al 23 dicembre.

La festa veniva celebrata con un sacrificio presso il Tempio di Saturno, nel Foro Romano, e un banchetto pubblico, seguito da doni privati, feste continue e un’atmosfera carnevalesca che ribaltava le norme sociali romane.

L’Hilaria “I giorni della gioia” era un’antica festa religiosa romana celebrata dal 15 al 25 marzo, durante l’equinozio di marzo per onorare Cibele, la Madre di tutti gli dei romani – Fonte

L’intero festival può essere provvisoriamente ricostruito (con i giorni del festival tradotti letteralmente) come segue:

  • 15 marzo. “La canna è entrata”. Il suo esatto significato è incerto (le canne potrebbero riferirsi alla riva del fiume dove Attis fu esposto da bambino e salvato da Cibele). Iniziava un periodo di nove giorni di astinenza dal pane, dai melograni, dalle mele cotogne, dalla carne di maiale, dal pesce e probabilmente dal vino. Come bevanda era consentito solo il latte.
  • 22 marzo. “L’entrata dell’albero” (Arbor intrat). Viene abbattuto un pino. L’albero è eretto presso il Tempio di Cibele, il suo tronco avvolto nella lana e i suoi rami addobbati con ghirlande di viole.
  • 23 marzo. Un giorno di lutto.
  • 24 marzo. “Il giorno di sangue” (Sanguis). Riti frenetici tra cui la flagellazione e la fustigazione. In questo giorno avrebbero avuto luogo i rituali di castrazione. L’albero viene simbolicamente sepolto.
  • 25 marzo. “Il Giorno della Gioia” (Hilaria) che celebra la resurrezione di Attis. Questa era l’hilaria vera e propria (in contrapposizione al tono lugubre dei giorni precedenti).
  • 26 marzo. Un giorno di riposo.
  • 27 marzo. “Il Lavatoio” (Lavatio). Aggiunto da Marco Aurelio.
  • 28 marzo. Possibile cerimonia al santuario vaticano. Appare nel calendario di Filocalo.

La Megalesia era una festa celebrata nell’Antica Roma dal 4 al 10 aprile, in onore di Cibele, conosciuta dai romani come Magna Mater (Grande Madre) – Fonte

Cibele era l’amante della natura selvaggia (simboleggiata dal suo compagno costante, il leone), una guaritrice, la dea della fertilità e protettrice in tempo di guerra – Fonte

In conclusione, chi fu il precursore di Roma per quanto riguarda la celebrazione di questi riti pagani durante il Solstizio d’Inverno e l’Equinozio di Primavera?

Si trattava di Babilonia.

Le radici di Babilonia

Il plenilunio pasquale rappresenta il plenilunio ecclesiastico della primavera settentrionale e viene utilizzato per determinare la data della Pasqua. La data della Pasqua viene determinata calcolando la prima domenica dopo la “luna piena pasquale” che cade il o dopo il 21 marzo.

Notate le somiglianze con la Luna e la Primavera?

Il calendario babilonese iniziava con la prima luna nuova dopo l’equinozio di marzo, il giorno dopo il ritorno della dea sumera Inanna (più tardi conosciuta come Ishtar) dagli inferi, nella cerimonia di Akitu, con sfilate attraverso la Porta di Ishtar fino al tempio di Eanna e la rievocazione rituale del matrimonio con Tammuz, o il sumerico Dummuzi.

Oggi assistiamo ad una cultura secolare che celebra l’equinozio di primavera, mentre la cultura religiosa celebra la risurrezione. D’altro canto, il cristianesimo originario accettò pragmaticamente le antiche pratiche pagane, delle quali per la maggior parte ne godiamo oggi durante la Pasqua. La storia simbolica generale della morte del figlio (sole)… e della sua rinascita, che vince i poteri delle tenebre, è stata una storia ben diffusa nel mondo antico.

– “The Pagan Roots of Easter”, 2010, p. 1

Ne deduce pertanto, che la festa della Pasqua proviene davvero da Babilonia, e si diffuse, in primo luogo, nelle varie nazioni o imperi del mondo (come l’Egitto); da cui scaturirono le proprie versioni più tardi. Da lì si è diffuso fino ai confini della terra.

Inizialmente, alcuni potrebbero insinuare che la Pasqua ebraica e Pasqua siano quasi la stessa cosa; tuttavia ci sono alcune differenze. Innanzitutto, la Pasqua ebraica viene solitamente celebrata in un determinato giorno dell’anno; E:

La Pasqua è un’antica festa primaverile… La data della Pasqua non è fissa, ma al contrario è governata dalle fasi lunari…

– “The Pagan Roots of Easter”, n. d., p. 1

…quanto è pagano questo? Già, perché collegare una festività cristiana alle fasi lunari? Questo è un metodo che un tipico pagano – qualcuno che cerca “segnali” nel mondo naturale – potrebbe usare. Forse, nel corso del tempo, parte del cristianesimo era giunto a quelli con convinzioni pagane; e la Pasqua doveva diventare una festa di accorpamento, una festa che avrebbe dovuto “adattarsi a tutti”.

Inoltre, quante chiese cristiane moderne potrebbero tenere quelle “funzioni all’alba” nel giorno di Ishtar, o tentare di rivolgersi al sole nascente (a est) a quell’ora?

Anche se non vediamo alcuna celebrazione della Pasqua nel Nuovo Testamento, i primi padri della chiesa la celebravano, e oggi molte chiese offrono “funzioni all’alba” nel giorno di Pasqua – un’ovvia celebrazione solare pagana.

“The Pagan Roots of Easter”, n .d., p. 1

In queste “funzioni all’alba”, sembra che il quantificatore principale, qui, sia – ovviamente – il sole. Perché? Che importanza avrebbe comunque tenere una funzione all’alba – o rivolgersi ad esso – se non ci fosse almeno un qualche collegamento con il sole?

Queste usanze pasquali onorano Baal… (che) viene ancora venerato come il “Sol Levante” e la sua casa è la “Casa del Sol Levante (House of the Rising Sun)”.

– “The Pagan Origin of Easter”, n. d., p. 1

Nella Bibbia, si legge che gli antichi pagani del passato sostenevano:

…con le spalle voltate al tempio e la faccia a oriente che, prostrati, adoravano il sole… per provocare la mia collera…

– Ezechiele 8:16-17 (KJV)

È interessante notare come anche la Bibbia affermi come questi atti provocassero effettivamente l’ira del Signore! Ancora una volta, perché? Naturalmente, il motivo era perché l’osservazione del sole sembrava essere una grave infrazione a Dio – e tutto ciò aveva a che fare con il paganesimo.

Tornando alla storia soprannaturale di Semiramide, scopriremo che all’intero del suo simbolismo pagano c’era anche di più, qui sulla terra: lei affermava che (in una visione esoterica) la sua divinità “discese dalla luna in un gigantesco uovo lunare che cadde nel fiume Eufrate”. In altre parole, l’uovo era ormai diventato il nuovo simbolo delle nuove “vie” tracciate per il popolo. Il suo uovo soprannaturale era ora considerato “l’emblema della vita generativa” e della rinascita… l’“uovo di Ishtar”.

I conigli sono visti come simbolo di fertilità, ma possono anche rappresentare i nuovi inizi. Ciò è dovuto principalmente alla loro associazione con la primavera e la rinascita, che rimanda a varie altre credenze molto più antiche. Fonte

Proprio come per la festività della Pasqua, sarebbero stati inseriti nuovi nomi per questi dei originari di Babilonia, a seconda di ciascun impero o nazione che li avesse adottati. E, proprio come la Pasqua, anche la festa del solstizio d’inverno sembrava essere collegata ai cicli della natura (come l’alternarsi delle stagioni). Pertanto, come è possibile immaginare, è solo un’altra parte della storia fondatrice dell’antica Babilonia stessa. Ecco che, si inizia a capire che la data di nascita del 25 dicembre veniva, inizialmente, celebrata per quella del rinato dio pagano di Babilonia: Nimrod (o Tammuz). E, come si potrebbe immaginare, questa pratica deve essersi diffusa oltre i primi tempi di Babilonia, nel resto del mondo antico… e ciò ovviamente, non esclude l’antica Roma.

“La regina (Semiramide) disse agli adoratori che quando Nimrod (alias Tammuz) fu ucciso… parte del suo sangue cadde sul ceppo di un albero sempreverde, e il ceppo crebbe fino a diventare un albero completamente nuovo durante la notte. Ciò rese sacro l’albero sempreverde per via del sangue di Tammuz”.

– “The Pagan Origins of Easter”, n. d., p. 2

Chiaramente, notiamo che l’albero di Natale deriva proprio da un’antica favola babilonese, che racconta di un albero sempreverde che è spuntato da un ceppo di albero morto. Questo stava ovviamente a simboleggiare il defunto Nimrod; e il nuovo albero sempreverde simboleggiava il modo in cui era tornato in vita – come il dio rinato e invitto.

Sembra evidente che l’albero, soprattutto se sempreverde, era un simbolo pagano del dio nato in questo giorno. E, poiché l’albero sempreverde non sembrava mai “morire” – perché rimane verde tutto l’inverno – divenne il simbolo perfetto di un dio martire, “rinato” in questo giorno. Ora abbiamo anche il collegamento di questa festa con la stagione invernale: poiché si diceva che Nimrod “rinato” fosse uscito dagli inferi (un luogo dei morti) – simile all’ambiente oscuro e “mortale”, che il mondo il freddo dell’inverno ci regala.

“Molte delle piante usate a Natale sono simboli di fertilità. Certamente qualsiasi sempreverde (abete, tasso, alloro) con la sua capacità di ritornare verde nei mesi sterili è appropriato…”

– “The Shocking Pagan Origins of Christmas”, n. d., p. 9

Ancora una volta, scopriamo come tutto abbia un origine pagana. Con tutto questo paganesimo, la Bibbia potrebbe avere qualcosa da dire riguardo all’utilizzo delle piante, come è scritto qui? In questi modi? Sì, l’“albero di Natale”, cosa abbastanza interessante, potrebbe essere stato tra quegli elementi pagani condannati dalla Parola di Dio.

Il profeta Geremia scrisse:

“Così dice il Signore: Non imparate la via dei pagani e non siate sgomenti davanti ai segni del cielo; perché i pagani ne sono sgomenti. Poiché le usanze del popolo sono vane: infatti si taglia un albero dalla foresta, opera delle mani dell’operaio, con la scure. Lo adornano d’argento e d’oro; lo fissano con chiodi e con martelli, affinché non si muova. Sono dritti come la palma…”

– Geremia 10:2-5 (KJV)

Il Natale è la celebrazione del Solstizio d’inverno e la Pasqua è la celebrazione dell’Equinozio di Primavera. La cosa è più evidente con la Pasqua, perché segue il ciclo lunare per determinare in quale domenica verrà celebrata la Pasqua.
Tutte le informazioni riguardanti il ​​Natale e la Pasqua babilonesi provengono da questa fonte eccezionale.

Continua nella PARTE 4

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