ALL’INTERNO DI LC: LA STRANA MA ESSENZIALMENTE VERA STORIA DI LAUREL CANYON E LA NASCITA DELLA GENERAZIONE HIPPIE (PARTE IX)

Fonte: Center For An Informed America

Di Dave McGowan
10 agosto 2008

“Tutti lo stavano prendendo e sperimentando dalla mattina alla sera. Ha liberato una forza di energia negativa che era quasi demoniaca”.

Frank Mazolla, montatore del film Performance

“C’erano un sacco di persone strane in giro. C’era un ragazzo che aveva un pappagallo chiamato Capitan Blood, e scarabocchiava sempre cose criptiche nel vero senso della parola sulle pareti interne di casa mia, e anche su quella di Neil Young.”

Joni Mitchell, descrivendo la scena di Laurel Canyon alla fine degli anni ’60

(Alcune delle immagini in questa edizione erano state originariamente pensate per essere incluse in una puntata precedente di questa serie, ma il mio computer non è stato molto collaborativo in quel momento, quindi sono state tralasciate. Tutte le immagini contenute in questo episodio, tra l’altro, e tutte le altre immagini di questa serie che diversamente non citano gli autori nelle didascalie, sono mie foto originali.)

Allo stesso modo di Brandon DeWilde, Kenneth Anger, Mickey Dolenz e Van Dyke Parks, Ricky Nelson ha iniziato la sua carriera ad Hollywood da attore fin da bambino. Era il figlio, come tutti sicuramente sanno, della mamma e del papà della TV degli anni ’50 preferiti d’America, Ozzie e Harriet Nelson. Ricky ha iniziato la sua carriera rock ‘n’ roll nel 1957, quando aveva appena diciassette anni. Nel 1962, aveva stabilito non meno di trenta successi nella Top 40, solo dietro alle superstar Elvis Presley e Pat Boone.

Questo mi ha fatto ricordare che, prima che me ne dimentichi, va aggiunto anche Elvis alla lista dei morti. E prima che mi inviate lettere di protesta, vi assicuro che so davvero cosa state pensando: “Ma Dave, Elvis non è morto! L’ho visto solo l’altro giorno al 7-11 proprio dietro l’angolo di casa mia. E, certo, appariva un po’ gonfio, ma era decisamente vivo. Voglio dire, a meno che tu non stia cercando di convincerci di aver visto un cadavere tirare un bel morso da 100gr. ad un panino”.

Oh calma… forse non è proprio così… quello che probabilmente state pensando davvero è: “Elvis?! The king?! Non puoi fare sul serio! Cosa diavolo c’entra The King in tutto questo? Cosa ci dirai dopo, che anche i comici John Belushi e Phil Hartman appartengono alla lista dei morti?”

Uhm, avete sbirciato i miei appunti o qualcosa di simile? Perché in realtà sto per includere il signor Hartman nella lista (e potrei includere anche il signor Belushi, dal momento che è morto allo Chateau Marmont Hotel, che si trova alla foce di Laurel Canyon). Ma arriveremo a Phil Hartman più tardi; adesso, parliamo un po’ di Mr. Presley e dei suoi legami, dichiaratamente marginali, con Laurel Canyon.

Elvis arrivò a Los Angeles nel 1956, per avviare quella che si sarebbe rivelata una prolifica carriera cinematografica che sarebbe continuata per tutti gli anni ’60 e avrebbe portato all’ingiustificabile creazione di quasi tre dozzine di film, probabilmente uno più spaventoso dell’altro. Nei primi anni della sua carriera cinematografica, secondo quanto riferito, Elvis trascorreva il suo tempo libero in giro con i suoi due migliori amici di Hollywood: un paio di giovani coinquilini e canyoniti di nome Dennis Hopper e Nick Adams. Negli anni successivi, la band di supporto di Presley – considerati tra i migliori turnisti di settore – era molto richiesta tra la folla di Laurel Canyon. Il bassista di Elvis, ad esempio, si può ascoltare in alcune tracce dei Doors. L’intera band fu reclutata da “Papa” John Phillips per suonare nel suo progetto solista tutt’altro che memorabile. L’acclamato progetto post-Monkees di Mike Nesmith, la First National Band, comprendeva anche la band di Presley. Gram Parsons ha anche assunto la band di Elvis per collaborare ai due album da solista che ha registrato in quello che si è rivelato essere il crepuscolo della sua vita e della sua carriera.

Questi due lavori da solista di Parsons, tra l’altro, hanno messo in evidenza la voce di una giovane cantante/chitarrista di nome Emmylou Harris, un arrivo relativamente tardivo sulla scena del canyon. Harris è la figlia – preparatevi adesso, gente, per un vero shock – di un ufficiale in carriera del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Come molti altri personaggi in questa storia, è cresciuta nei sobborghi periferici di Washington DC, principalmente a Woodbridge in Virginia, che è la sede di un’imponente installazione di “ricerca e sviluppo” dell’esercito conosciuta come Harry Diamond. Il laboratorio di ricerca di Woodbridge. In altre parole, Emmylou Harris si adattava perfettamente i profili degli abitanti di Laurel Canyon.

Ma adesso, mi pare di star divagando dalla nostra discussione su Elvis (che essa stessa era, se non ricordo male, una digressione dalla nostra discussione su Ricky Nelson). Dato che aveva solo connessioni marginali con Laurel Canyon, credo di non avere molto altro da dire su Elvis, a parte il fatto che sarebbe morto il 16 agosto 1977, vittima di un’overdose alla giovane età di quarantadue anni. Come accaduto con Morrison, tuttavia, ci furono voci insistenti sul fatto che Elvis non sia affatto morto, ma piuttosto si sia reinventato per sfuggire agli squali.

Per quanto riguarda Nelson, a metà degli anni ’60 abbandonò con successo la sua immagine di “idolo degli adolescenti” ed emerse come un rispettato pioniere dell’ondata country-rock che i canyoniti Jackson Browne, Linda Ronstadt e gli Eagles avrebbero presto cavalcato verso vette di successo commerciale vertiginose. Un futuro membro degli Eagles, Randy Meisner, suonò con la Stone Canyon Band di Nelson. Come si potrebbe dedurre dal nome della band, Nelson non viveva a Laurel Canyon ma piuttosto in uno dei tanti canyon vicini, ma lui e la sua band erano parte integrante della prima scena country-rock che proponeva band del calibro di Byrds, Poco, Flying Burrito Brothers e la First National Band.

Nelson fu ucciso la vigilia di Capodanno del 1985, in un incidente aereo piuttosto insolito. Secondo la voce di Wikipedia riguardante Nelson, “l’indagine originale dell’NTSB molto tempo fa affermava che l’incidente fu probabilmente dovuto a problemi meccanici. I piloti tentarono di atterrare in un campo quando la cabina si riempì di fumo. Una valutazione indicò che ebbe origine un incendio sul lato destro della zona della cabina di poppa in corrispondenza o nei pressi della linea di base. I passeggeri rimasero uccisi quando l’aereo ha colpito i detriti durante l’atterraggio forzato; i piloti riuscirono a fuggire attraverso i finestrini della cabina di pilotaggio e sopravvissero”.

Non posso essere l’unico adesso che si sta ponendo l’ovvia domanda: esattamente come è successo che i piloti siano riusciti a fuggire attraverso i finestrini della cabina di pilotaggio? Presumo che non si siano paracadutati mentre l’aereo fosse ancora in quota, facendo schiantare e morire i passeggeri. E di certo non avrebbero potuto salvarsi e sopravvivere mentre l’aereo era in fase di atterraggio. Quindi è successo dopo che l’aereo è atterrato? Se così fosse, quanto tempo è passato esattamente tra quando l’aereo è atterrato e quando ha urtato i detriti fatali? Quanto è durata questa “finestra di fuga”, per così dire? Mi verrebbe da pensare che siano stati solo pochi secondi, se anche così fosse, non sembra essere un tempo sufficiente per eseguire una fuga. E se l’aereo avesse avuto un’andatura troppo veloce per l’atterraggio e l’impatto avesse ucciso tutti a bordo, quali sono le probabilità che qualcuno potesse sopravvivere e poter fuggire? Penso che l’NTSB forse debba dare un’altra occhiata a questo incidente.

Per gli ultimi otto anni della sua vita, Nelson ha vissuto in una casa piuttosto insolita. Nel 1941, l’attore spavaldo Errol Flynn aveva acquistato un pezzo di terra di undici acri e mezzo sulle colline di Hollywood appena fuori Mulholland Drive e aveva fatto costruire una casa tentacolare secondo le sue specifiche. Secondo Laurie Jacobson e Marc Wanamaker, autori di Haunted Hollywood, la villa presentava “diversi misteriosi passaggi segreti e più di qualche spioncino”. La casa sembrava essere stata progettata per consentire l’osservazione furtiva degli ospiti nelle numerose camere da letto della casa. Si sostiene che Flynn abbia inserito le insolite caratteristiche nel design in modo da poter soddisfare i propri impulsi voyeuristici. Lo scrittore/ricercatore Charles Higham, tuttavia, ha assegnato a Flynn il ruolo di una risorsa dell’intelligence occidentale (e simpatizzante dei nazisti). E se Flynn era un agente dei servizi segreti, allora è molto più probabile che la casa fosse stata costruita non tanto per il piacere personale di Flynn, ma piuttosto come mezzo per compromettere personaggi pubblici di spicco (proprio come, per esempio, la casa di Craig Spence).

Dopo la morte di Nelson, la sontuosa dimora rimase vuota fino a quando si verificò un curioso incidente; facendo riferimento ancora una volta a Jacobson e Wanamaker, ritroviamo che “Una gang ha fatto irruzione e ha ucciso una ragazza nel soggiorno. In seguito un misterioso incendio ha distrutto metà della casa. Le rovine sono state demolite”. È risaputo che cazzate del genere accadono a gente talmente stupida da lasciare incustodite le loro sfavillanti case nel canyon… beh, tranne che per la parte riguardante la “gang”. Per quanto ne so, i canyon non hanno mai avuto grossi problemi di “gang”. A Hollywood Hills, le parole “crimine” e “gang” non compaiono mai ad una festa insieme. E quando è stata l’ultima volta che qualcuno abbia mai sentito parlare di una “gang” che ha rapito una ragazza e poi l’ha condotta in una villa remota e isolata per ucciderla?

Tutto considerato, penso che forse ciò che gli autori intendessero dire fosse che “un gruppo di persone ha fatto irruzione e ha ucciso una ragazza…” Ma questo, ovviamente, solleva la domanda su che tipo di gruppo di persone commetta un omicidio premeditato? A parte gli squadroni della morte, gli unici gruppi che vengono in mente sono generalmente indicati come “sette”, che suppongo siano molto più comuni nei canyon delle “gang”.

Oltre ad avere una predilezione per gli omicidi pluri-autore, sembra che alle sette piaccia anche appiccare incendi, perché gli incendi spesso sono un modo davvero efficace di distruggere le prove. Alcuni di voi potrebbero, tuttavia, pensare che, poiché le colline di Hollywood sono afflitte da incendi su base più o meno annuale, non c’è niente di particolarmente insolito nel fatto che la casa di Nelson, e più d’una delle altre case in questa storia, siano state distrutte da un incendio. Per la maggior parte, però, gli incendi che hanno distrutto queste strutture non sono stati incendi naturali, ma piuttosto incendi di origine sconosciuta che sembrava colpissero edifici specifici. Come ha osservato Michael Walker, “Laurel Canyon potrebbe bruciare e ribruciare ancora, prendendo di mira con precisione inquietante le case del suo apparentemente incantato mondo equivoco rock”.

(La casa del blues-rocker John Mayall a Laurel Canyon fu un’eccezione, in quanto venne distrutta fino alle fondamenta in un feroce incendio il 16 settembre 1979; quell’incendio ha anche rivendicato la casa del proprietario del Whisky, Elmer Valentine. È stato dai Bluesbreakers di Mayall, tra l’altro, che i Rolling Stones hanno reclutato il chitarrista Mick Taylor, che ahimè ho denigrato nella versione iniziale dell’ultimo episodio di questa serie. Taylor era in realtà un chitarrista piuttosto esperto il cui lavoro con gli Stones era spesso messo da parte nei credit e veniva sottoutilizzato dalla band. Le mie scuse a tutti i fan dei Rolling Stones che ho offeso.)

Passando quindi al seguente nuovo nome sulla nostra lista, scopriamo che il 31 dicembre 1943 – precisamente quarantadue anni prima dell’incidente aereo che avrebbe tolto la vita a Ricky Nelson – Henry John Deutschendorf Jr., meglio conosciuto come John Denver, nasce a Roswell, nel Nuovo Messico. Pochi anni dopo, la città di Roswell si sarebbe fatta un nome e sarebbe diventata una sorta di destinazione turistica. Ma oggi non è proprio questo il nostro obiettivo, anche se va fatto notare che Henry John Deutschendorf Sr. potrebbe benissimo aver saputo qualcosa riguardo a quell’incidente, dato che era un ufficiale di carriera dell’aeronautica americana assegnato al campo aereo dell’esercito di Roswell (in seguito ribattezzata Walker Air Force Base), che era probabilmente la provenienza dell’oggetto che si schiantò a Roswell.

Dopo aver trascorso la sua infanzia ad essere spesso sradicato, nello stesso iter di molti dei nostri personaggi, Denver frequentò la Texas Tech University nei primi anni ’60. Nel 1964, a quanto pare sentì la chiamata del pifferaio magico e abbandonò immediatamente la scuola e si diresse a Los Angeles. Una volta lì, si unì al Chad Mitchell Trio, il gruppo che Jim McGuinn aveva lasciato recentemente per co-fondare i Byrds. Nel novembre del 1966, Denver si ritrovò al centro della cosiddetta “Riot on the Sunset Strip”, insieme a gente come Peter Fonda, Sal Mineo e un popolare duo, marito e moglie, conosciuto come Sonny e Cher.

Un decennio dopo, nella seconda metà degli anni ’70, Denver stava lavorando fianco a fianco con un tipo spettrale di nome Werner Erhard, creatore del cosiddetto centro di addestramento “EST”. Dopo essersi diplomato al programma di “addestramento”, Denver ha scritto una piccola canzoncina che è diventata la sigla dell’organizzazione. Nel 1985, Denver testimoniò insieme al nostro vecchio amico Frank Zappa alle udienze del PMRC. Dodici anni dopo, nell’autunno del 1997, Denver morì a causa del suo aereo con l’autopilota che si schiantò appena dopo il decollo dall’aeroporto di Monterey, molto vicino a dove si tenne il Monterey Pop Festival trent’anni prima. La data dell’incidente, curiosamente, fu quella in cui ci siamo imbattuti ripetutamente: il 12 ottobre.

Il prossimo nome che dobbiamo aggiungere alla lista è un tizio che si è già fatto strada in questa narrazione una o due volte: Sonny Bono. Come fatto notare in precedenza, Bono diede inizio alla sua carriera a Hollywood come vice del sospettato di omicidio recluso, Phil Spector. All’inizio degli anni ’60, Bono si unì ad una minorenne Cherilyn Sarkisian LaPierre per formare un duo chiamatosi prima Caesar e Cleo, e poi Sonny e Cher. La coppia ebbe un successo fenomenale, prima sulla Sunset Strip e poi in televisione. Bono, ovviamente, alla fine abbandonò la vita di Hollywood e trovò lavoro in un altro ramo del governo federale: la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti.

Il 5 gennaio 1998, Sonny Bono morì dopo esser finito presumibilmente contro un albero mentre sciava. All’epoca Bono occupava un seggio nella Commissione Giustizia della Camera, che stava improvvisamente per finire in risalto per le indagini e l’impeachment del presidente Bill. Si stava già dando inizio alle danze al momento della morte di Bono, e il 26 gennaio 1998, appena tre settimane dopo il presunto incidente sugli sci, Clinton tenne l’ormai famigerata conferenza stampa in cui pronunciò le fatali parole: “Non ho avuto rapporti sessuali con quella zoccola, con la quale… intendo dire che il pene dell’amministrazione non ha mai penetrato le sue parti femminili, anche se è possibile che abbia tirato qualche boccata dal sigaro presidenziale, se voi signori sapete cosa intendo. Qualcun altro ha una domanda?” A quel punto, ovviamente, il posto di Bono nel collegio fu riservato alla sua robowife (che, forse, era più disposta a recitare la farsa).

E adesso, come promesso, rivolgiamo la nostra attenzione a Phil Hartman. Come probabilmente tutti ricordano, l’ex allievo del Saturday Night Live Hartman fu assassinato nella sua casa di Encino il 28 maggio 1998. Su questo non si discute. Decisamente meno chiara è la risposta alla domanda su chi abbia effettivamente sparato e ucciso Hartman. La versione ufficiale, ovviamente, sostiene che sia stata sua moglie Brynn, che poco dopo si sparò – con una pistola diversa, naturalmente, e secondo quanto riferito dopo essere uscita di casa e poi esser tornata con un amico, e dopo che la polizia di Los Angeles arrivasse sul luogo. C’è una possibilità molto solida, tuttavia, che sia Phil che sua moglie siano stati assassinati, mediante il vero movente del crimine insabbiato mettendo in mezzo lo stancante ma sempre popolare scenario di omicidio/suicidio.

Nella mente della maggior parte delle persone, ovviamente, Phil Hartman non è associato alla scena di Laurel Canyon della fine degli anni ’60 e dei primi anni ’70. Ma a quanto pare, Hartman aveva davvero dei legami sostanziali con quella scena. Per dirne una, durante il periodo in cui Jimi Hendrix viveva a Los Angeles (nella spaziosa villa a nord della Log Cabin sulla Laurel Canyon Boulevard), Hartman lavorò per lui come roadie. Poco dopo, Phil trovò lavoro come grafico e ricevette rapidamente molto richieste dai reali del rock di Laurel Canyon. Oltre a disegnare le copertine degli album sia per i Poco che per gli America, Hartman, che ci crediate o no, ha anche disegnato un simbolo rock facilmente riconoscibile che dura da quasi quarant’anni: il logo distintivo CSN per Crosby, Stills e Nash.

Hartman aveva anche legami con il lato oscuro di Laurel Canyon. Fu, per esempio, un compagno di liceo di Lynette “Squeaky” Fromme, che in seguito si sarebbe ritrovata a vivere al fianco di Charlie Manson nel famigerato Spahn Movie Ranch. Negli anni precedenti, tra l’altro, quello stesso Spahn Movie Ranch veniva spesso utilizzato come location per le riprese dalla star western Tom Mix, che era, come tutti sappiamo, l’uomo il cui nome è stato per sempre legato al Log Cabin. Abbastanza curiosamente, la pensione del Log Cabin (conosciuta anche come Bird House), che è tuttora in piedi, fu progettata e costruita dall’architetto Robert Byrd, che, secondo un rapporto, progettò anche la casa al 5065 di Encino Avenue dove venne assassinato Phil Hartman, e la casa al 10050 di Cielo Drive dove furono assassinati Sharon Tate e i suoi amici.

Giacché siamo in tema Bird House, dovrei menzionare che potete trovare numerose foto della pensione e dei giardini della proprietà su questo sito web: http://crosbyentertainment.com/own_a_piece_of_hollywood_history.htm (Wayback Machine). Da notare che tra gli altri servizi, la casa presenta un sotterraneo dall’aspetto piuttosto medievale, perché non si sa mai, un sotterraneo potrebbe sempre tornare utile per, uhm, conservare radici o qualcosa del genere. Tenete presente anche che ciò che viene costruito come una “pensione” probabilmente da alla vostra casa la parvenza di una baraccopoli, il che tenderebbe a indicare che la residenza principale della proprietà, la Log Cabin, fosse una dimora decisamente sontuosa.

Un altro fatto curioso che mi sento in dovere di sciorinare qui, dal momento che ho fatto riferimento allo Spahn Movie Ranch, è che durante i giorni della permanenza del clan Manson in quell’ormai famigerato ex set cinematografico, ci fosse un set cinematografico altrettanto fatiscente che si trovava proprio di fronte allo Spahn. Il suo nome, nel caso ve lo stiate chiedendo, era il Wonderland Movie Ranch.

A proposito di Wonderland, rivolgiamo la nostra attenzione a quattro persone i cui nomi probabilmente non saranno familiari alla maggior parte dei lettori: Ronald Launius, Billy Deverell, Barbara Richardson e Joy Miller. Tutti morirono il 1 luglio 1981, tutti a colpi di mazza, e tutti nello stesso luogo: 8763 Wonderland Avenue a Laurel Canyon. Tutti erano membri di una gang che faceva traffico massiccio di cocaina e occasionalmente di eroina. Il leader del gruppo era Ron Launius, che secondo quanto riferito intraprese la sua carriera criminale e stabilì le sue connessioni con la droga, quando prestava servizio per lo Zio Sam in Vietnam, che è anche il luogo in cui iniziò a formare la sua reputazione accuratamente congegnata da killer a sangue freddo. Nel momento in cui divenne lui stesso una vittima di omicidio, Launius venne sospettato in non meno di ventisette indagini in corso per omicidio.

La vittima Billy Deverell era il secondo in comando di Launius, e la vittima Joy Miller era la ragazza di Billy e l’affittuaria del covo di droga di Laurel Canyon. La vittima Barbara Richardson era la fidanzata di un altro membro della banda, David Lind, che convenientemente non si trovava in casa al momento dell’omicidio di massa. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che Lind era, a detta di vari spacciatori rivali, un informatore della polizia sia per il dipartimento di polizia di Sacramento che per quello di Los Angeles. Era anche un membro dell’ultra-violenta gang della prigione conosciuta come la Aryan Brotherhood (a cui appartiene anche, secondo molti, un ragazzo che abbiamo incontrato più volte durante questo viaggio: Bobby Beausoleil). Lind, che incontrò Launius quando i due scontarono la pena insieme, si presume che abbia avuto un’overdose nel 1995, anche se è opinione diffusa che sia effettivamente entrato nel programma federale di protezione dei testimoni.

Il prossimo nome da inserire nella nostra lista è quello di Brian Cole, bassista degli Association, una band folk-rock di Los Angeles nota per i brani di successo “Along Comes Mary” e “Never My Love”. Gli Association non erano una band di Laurel Canyon, ma avevano stretti legami con la scena. Il gruppo era formato da Terry Kirkman e Jules Alexander; Kirkman aveva precedentemente suonato in una band con Frank Zappa, mentre Alexander era fresco del periodo nella Marina degli Stati Uniti. Jerry Yester, chitarrista e tastierista della band, era precedentemente con i Modern Folk Quartet, una band gestita dal manager di Zappa, Herb Cohen, e prodotta dal manager dei Byrds, Jim Dickson. Il chitarrista Larry Ramos era stato precedentemente con i New Christy Minstrels, che ha prodotto anche Gene Clark dei Byrds.

Il 16 giugno 1967, Cole e la sua band furono i primi a salire sul palco del Monterey Pop Festival, seguiti dai fedelissimi di Laurel Canyon come i Byrds, i Buffalo Springfield e i Mamas and the Papas. Cinque anni dopo, il 2 agosto 1972, Cole fu trovato morto nella sua casa di Los Angeles. La causa della morte sarebbe stata un’overdose di eroina. Cole, al momento della sua morte, era ad un mese dal suo trentesimo compleanno.

Un altro nome nuovo sulla lista dei morti di Laurel Canyon è Lowell George, il fondatore e la forza creativa dietro la band tanto acclamata dalla critica ma in gran parte oscura conosciuta come Little Feat. George era il figlio di Willard H. George, un famoso pellicciaio degli studi cinematografici di Hollywood. La prima incursione di Lowell nel mondo della musica fu con una band conosciuta come i Factory, che incise alcuni demo con un tizio di nome Frank Zappa. I Factory si evolvettero nei Fraternity of Man, anche se senza George, il quale dovette lasciare per fare da cantante principale per gli Standells. Nonostante ciò, George tornò, per unirsi alla band in studio per la registrazione del loro secondo album. A quel tempo, come abbiamo già visto, i Fraternity of Man avevano preso residenza nella Log Cabin, insieme a Carl Franzoni e ai suoi compagni Freaks.

Successivamente George si unì ai Mothers of Invention di Frank Zappa, sebbene il suo incarico lì fosse destinato ad essere breve; come tanti altri, Lowell se ne andò amareggiato dall’approccio dittatoriale di Zappa nel fare musica e dal suo trattamento condiscendente nei confronti dei suoi compagni di band. Durante il suo periodo con Zappa, George aiutò Frank in studio con il primo (e unico) album dei GTO, così come i britannici Jeff Beck e Rod Stewart (che, come ricorderanno i lettori di Programmed to Kill, fu una delle ultime persone conosciute ad essere stato in compagnia di una coppia di ragazze minorenni prima che diventassero vittime di un “serial killer” nel giugno del 1980).

Dopo essersi separato dalla compagnia di Zappa, George formò i Little Feat, una band composta principalmente da turnisti dei Fraternity of Man. Lowell, che è considerato un pioniere dell’uso della chitarra slide nella musica rock, è stato cantante, compositore e chitarrista solista per la band, che ha pubblicato il suo album di debutto nel 1970. Sebbene ben considerati dall’industria e dalla critica, gli album della band non sono riusciti a vendere e George alla fine annunciò la loro fine e registrò un album da solista. Dopo aver suonato in uno spettacolo il 29 giugno 1979 alla George Washington University a sostegno di quell’album, George fu trovato morto in una stanza d’albergo di Arlington in Virginia, molto vicino al Pentagono. Si diceva che la causa della morte fosse un grave attacco di cuore, sebbene George avesse solo trentaquattro anni all’epoca.

Secondo Barney Hoskyns (che scriveva su Hotel California), “Una normale tappa sociale per George era una casa di Laurel Canyon su Wonderland Avenue appartenente al cantante dei Three Dog Night, Danny Hutton. Un covo di dissolutezza, la casa Hutton presentava una camera da letto con pareti nere e un enorme camino. Lowell passava spesso e intratteneva artisti del calibro di Brian Wilson o Harry Nilsson”. Nilsson e il suo compagno di bevute abituali, John Lennon, erano ospiti frequenti in questo “covo di dissolutezza”.

L’ex Beatles John Lennon è, senza dubbio, uno dei nomi più famosi che si trovano nella lista dei morti di Laurel Canyon. Lennon ha anche la particolarità di essere uno dei pochi ex allievi di Laurel Canyon la cui causa di morte è riconosciuta come omicidio. L’ex Beatles, ovviamente, non ha mai vissuto nel canyon, ma era un appuntamento fisso sulla Sunset Strip e in vari ritrovi di Laurel Canyon, spesso in compagnia di Harry Nilsson. E come i lettori sicuramente ricorderanno, fu ucciso l’8 dicembre 1980, presumibilmente da Mark David Chapman, ma con più probabilità da un secondo sicario.

Lennon, come tutti sanno, fu assassinato di fronte al Dakota Apartments di New York, che era stato ritratto dal regista Roman Polanski negli anni ’60 come un covo di attività di culto satanico (nel suo film Rosemary’s Baby). Non molto tempo prima dell’omicidio di Lennon, Chapman si era avvicinato al regista occulto Kenneth Anger e gli aveva offerto in dono dei proiettili veri. Pochi giorni dopo l’uccisione di Lennon, fece il suo debutto a New York il montaggio finale a lungo ritardato di Lucifer Rising di Anger, non lontano dai terreni insanguinati dei Dakota Apartments. E da lì a poco, la “rivoluzione Reagan” iniziò a trasformare l’America.

Esattamente tre settimane dopo la morte di Lennon, Tim Hardin – canyonita, musicista folk, stretto collaboratore di Frank Zappa, autore di “Reason to Believe” di Rod Stewart, un tempo inquilino nella casa adiacente a Laurel Canyon di Lenny Bruce, ed ex marine degli Stati Uniti – morì secondo i rapporti di overdose di eroina e morfina a Los Angeles. Al momento della sua morte, il 29 dicembre 1980, Hardin aveva appena trentanove anni.

Otto anni dopo, il 18 luglio 1988, la cantante/cantautrice/tastierista Christa Paffgen, meglio conosciuta come Nico, morì come riportato per una emorragia cerebrale a Ibiza, in Spagna, in circostanze insolite. Dopo aver raggiunto un certo livello di fama come cantante con i Velvet Underground, Nico aveva lasciato la scuderia di Warhol ed era migrata a ovest a Laurel Canyon, dove ha stretto un legame con un cantautore allora sconosciuto di nome Jackson Browne, che ha collaborato con alcune canzoni all’album di debutto di Nico del 1967, Chelsea Girl (così chiamato per il Chelsea Hotel di New York, da dove Devon Wilson si è tuffato e dove il tale John Train ha ucciso il tale Phil Ochs). Anche Mr. Tim Hardin ha collaborato con una canzone al debutto solista di Nico.

Il 4 dicembre 1993, circa cinque anni dopo la curiosa morte di Nico, Frank Zappa morì nella sua casa di Laurel Canyon a causa di un cancro alla prostata inoperabile. Alcuni hanno ipotizzato che il cancro potrebbe essersi sviluppato a causa degli agenti chimici a cui Zappa fu esposto durante la sua prima infanzia all’Edgewood Arsenal.

E così via. Nella prossima puntata, aggiungeremo altri due nomi famosi alla lista dei deceduti e li useremo come trampolino di lancio per tuffarci in due storie raramente raccontate che aggiungeranno nuovi livelli di complessità alla saga di Laurel Canyon.

Continua…

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