RIVISITAZIONE DELL’11 SETTEMBRE 2001 (PROLOGO III)

Fonte: Center For An Informed America

Di Dave McGowan
21 settembre 2001

Benvenuti nel Quarto Reich

Vediamo se ho capito bene l’antifona: per dichiarare guerra al fine di incentivare la “libertà” e la “democrazia” nel mondo, è necessario sacrificare quelle stesse libertà democratiche qui in patria.

Questo ha perfettamente senso per me, come a quanto pare lo ha per tutti i patrioti fanatici della nostra bandiera lì in giro, che sono caduti vittime dell’incessante propaganda bellicosa vomitata dai nostri media “indipendenti”. Alcuni di voi, tra l’altro, potrebbero voler tenere facilmente a portata di mano quelle bandiere nei prossimi mesi e anni. Potranno essere molto utili a drappeggiare le casse di pino in cui i vostri figli e le vostre figlie verranno rispediti a casa.

Sembra un po’ strano, tuttavia, che l’uomo che deteneva l’incarico di estendere la “democrazia” a tutti gli angoli del globo non abbia effettivamente assunto la carica attraverso qualcosa che somigliasse anche lontanamente ad una procedura democratica, ma piuttosto fosse stato nominato a ufficio da cinque uomini nominati a loro volta a ufficio. Suppongo che non sia importante, dato che nessuno dei nostri politici o dei loro scribacchini mediatici completamente complici si sia preso la briga di commentare.

Tuttavia, bisogna notare che nonostante Sir George sbraita e delira su quanto Osama bin Laden odi la democrazia e la libertà, sono stati proprio Bush e i suoi elettori a mostrare completo disprezzo per i principi più basilari della democrazia solo dieci mesi fa. La decisione della Corte Suprema firmata da Rehnquist ha affermato, senza mezzi termini, che: “Il singolo cittadino non ha alcun diritto costituzionale federale di votare gli elettori del Presidente degli Stati Uniti”.

Così ora ci viene fornito lo spettacolo repellente di un uomo per il quale non avevamo diritto di votare nemmeno indirettamente – secondo gli interpreti della nostra Costituzione – che insegna esattamente al mondo mediante dimostrazione di forza come si pratica la democrazia. Sembra buffo, però, che nessuno tra i presunti “liberali” di Washington o della stampa abbia avuto la ben che minima cosa da dire riguardo a tutto questo. Non siamo riusciti a sentire un’ondata di dissenso a Capitol Hill o dalla stampa in reazione all’assurda dichiarazione di Bush davanti al Congresso e al popolo giovedì sera secondo cui “[I terroristi] odiano ciò che vedono proprio qui in quest’aula: un governo eletto democraticamente.”

Naturalmente, sarebbe difficile discutere con la prima parte di tale affermazione. È pur sempre vero che molte persone nel mondo odiano gli uomini e le donne che presenziano quella stanza, e a ragion veduta. Non, come ha indicato Bush, perché “Odiano le nostre libertà”, ma piuttosto perché sono stati spinti a livelli impensabili di odio vedendosi privati per decenni delle proprie libertà – grazie in gran parte agli interventi militari progettati e attuati dagli uomini che siedono in quella stanza.

Si dice spesso che chi dimentica la storia sia condannato a ripeterne gli errori. George Bush, con tutto ciò, probabilmente non ha dimenticato la storia che si sta ripetendo in questo momento. Dopotutto, sono stati suo nonno Prescott Bush e il suo bisnonno Herbert Walker i cui beni sono stati sequestrati dall’Alien Property Custode ai sensi del Trading With The Enemy Act per aver gestito compagnie di facciata nazista durante la seconda guerra mondiale. Eppure questo non ha impedito a Bush di dichiarare, nel suo discorso di giovedì sera, che: “Abbiamo già visto la loro indole. Sono gli eredi di tutte le ideologie omicide del XX secolo… seguono la via del fascismo, del nazismo e del totalitarismo”.

Una dichiarazione piuttosto notevole proveniente dal nipote di uno degli uomini che hanno finanziato l’ascesa e il regno genocida di quelle ideologie. Ancora più notevole il fatto che abbia mosso quella dichiarazione subito dopo aver affermato che: “Non ci lasceremo ingannare dalle loro richieste di pietà”. Non sorprende che il suo sorriso caratteristico potesse scorgersi appena sotto la superficie della sua finta serietà.

La sceneggiatura che i suoi antenati abbiano contribuito alla vita molti decenni fa viene rispolverata e resuscitata dal figlio prescelto proprio adesso. Ci sono già tutti gli elementi: un leader non eletto ha preso il controllo del Paese con mezzi “legali”, anche se la legalità si basava unicamente sul fatto che gli interpreti della legge fossero complici pienamente della cospirazione; il ramo legislativo del governo ha abbandonato ogni pretesa di essere qualcosa di diverso che un’entità a partito unico, e ha conferito al capo dell’esecutivo ampi poteri di dichiarare guerra, sia in patria che all’estero, in qualsiasi modo la sua amministrazione lo ritenga opportuno; è stato creato l’Office of Homeland Security, che si potrebbe anche soprannominare il Dipartimento della Madrepatria; la soppressione dell’immagine dello stato tedesco, il Reichstag, è stata sostituita dalla soppressione dell’immagine simbolo dello stato americano: le torri del World Trade Center e il Pentagono.

L’effetto, sia allora che adesso, è stato quello di raccogliere un sostegno senza precedenti verso una demagogica pedina vacante dei fascisti corporativi internazionali. La devoluzione dell’America verso uno stato di polizia palese è già iniziata. È stata dichiarata una guerra di proporzioni impensabili contro un’ampia fetta dell’umanità. Il capro espiatorio e la vittimizzazione di una minoranza religiosa è già iniziata, questa volta con i musulmani che ricoprono il ruolo precedentemente ricoperto dagli ebrei. Ne è scaturita anche una grave recessione economica, ad infiammare ulteriormente gli animi del popolo americano.

Datti una svegliata, cazzo, America! I vostri nemici non si nascondono nelle caverne in Afghanistan; si nascondono in bella vista. I vostri nemici non sono gli arabo-americani che camminano in mezzo a voi; i vostri nemici vi assomigliano. Non vivono a mezzo mondo di distanza, ma sono proprio qui a Washington. I loro volti si possono vedere giornalmente mentre popolano i telegiornali, proprio accanto ai loro codardi propagandisti nei media statunitensi.

I loro nomi sono Bush, Daschle, Lott, Clinton, Hastert, Byrd, Cheney, Rehnquist, Scalia, Powell, Rumsfeld, Ashcroft, Gephardt e tutti gli altri rifiuti umani che costituiscono la struttura di potere del partito unico a Washington. Sono assistiti nei loro obiettivi da un cast di propagandisti di merda chiamati Brokaw, Rather, Jennings, Koppel, O’Reilly, Matthews, Russert e troppi altri qui da elencare.

Queste sono le persone che vi deruberanno della vostra indipendenza e libertà. Queste sono le persone che non hanno altro che il più velato disprezzo verso la democrazia, verso le libertà civili, verso i diritti umani, verso la tolleranza razziale e verso il diritto all’autodeterminazione degli individui di tutto il mondo. Queste sono le persone che, senza nemmeno un cenno di vergogna, scatenerebbero una guerra genocida in tutto il mondo mentre blaterano luoghi comuni sulla “democrazia”.

Bush ha promesso: “Dirigeremo ogni risorsa al nostro comando… ogni arma di guerra necessaria”. Non fraintendetemi, gli Stati Uniti hanno le capacità e la volontà di uccidere ad un livello impensabile. Prima ancora di ricorrere alle nostre armi nucleari “tattiche”, l’America ha un numero indecifrabile di tecniche di guerra “non convenzionali” garantite che possa uccidere milioni di persone, il che è quasi certo, tutte già impiegate in passato.

Abbiamo la guerra nucleare di basso livello che è stata condotta sia contro l’Iraq che contro la Jugoslavia per mezzo di proiettili all’uranio impoverito sparati da carri armati e aerei da guerra statunitensi. La ricaduta radioattiva di tali armi dura da decenni e continua a mietere vittime oggi nelle zone del mondo in cui è stata dispiegata. Abbiamo anche la “guerra alimentare” resa possibile dallo sviluppo di semi di colture autoestinguenti da parte dei cartelli internazionali dei semi corrotti, una tecnologia che potrebbe plausibilmente causare ingenti livelli di fame. Poi ovviamente c’è la guerra meteorologica, che alcuni ricercatori affermano l’America abbia portato ad un livello completamente nuovo di tecnologia come la struttura HAARP a Gakona, in Alaska. Poi c’è il tipo di guerra ambientale che è stata dispiegata anche contro Iraq e Jugoslavia, per cui gli impianti chimici sono stati deliberatamente presi di mira in modo da intraprendere quella che equivaleva ad una guerra chimica indiretta. Nella città serba di Pancevo, e in molti altri luoghi, sono state deliberatamente create catastrofi ambientali di proporzioni mai viste prima.

Tutte queste strategie sono assassini silenziosi. I media non ne fanno menzione e le loro vittime non si contano. L’enorme danno ambientale che ha avvelenato il cibo e l’acqua non viene segnalato. Gli oltre 100.000 bambini che continuano a morire in Iraq ogni anno rimangono fuori dalla vista del popolo americano, così come quelli che muoiono ogni volta che gli Stati Uniti lanciano un missile da crociera o sganciano una bomba “intelligente”. Mentre promuovono attivamente una parata senza precedenti di lutto nazionale per le vittime degli attacchi dell’11 settembre, i nostri leader distolgono l’attenzione dal fatto che ogni volta che gli Stati Uniti mostrano i loro muscoli militari, da qualche parte nel mondo una nazione piange. E mentre il bilancio delle vittime a New York e Washington costituisce davvero una tragedia nazionale, impallidisce in confronto al lutto che abbiamo causato a tutto il mondo.

Quanto altro ancora ne causeremo adesso? Quanti corpi si aggiungeranno ai milioni di morti in Vietnam, Corea, Laos, Cambogia, Indonesia, El Salvador, Nicaragua, Afghanistan, Iraq, Jugoslavia, Filippine, Guatemala, Haiti, Cile e altrove? E quanti degli americani che si sono infuriati per le riprese dei palestinesi che ballano per le strade applaudiranno e sventoleranno le loro bandiere quando le bombe inizieranno a cadere e le membra di corpi inizieranno a saltare in aria?

Quanti si soffermeranno a domandarsi chi sia effettivamente il destinatario delle bombe? Quanti si renderanno conto che lo scenario di New York che li ha così inorriditi viene riprodotto altrove su una scala inimmaginabile, e che sono i civili, ancora una volta, ad essere sepolti tra le macerie? E quanti si fermeranno ogni tanto a riflettere su come il popolo tedesco possa essere stato condotto come pecore a sostenere tali atrocità?

Continua…

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