SPECIALE RAPPORTO SUGLI ATTENTATI DELLA MARATONA DI BOSTON (PARTE IX)

Fonte: Center For An Informed America

Di Dave McGowan
8 giugno 2013

Joe Quinn, editore di sott.net, ha scelto di sferrare un altro attacco a questo sito web, e questa cosa è particolarmente da codardi in quanto evita palesemente di identificare chi sta attaccando. Quinn cerca di interpretarlo come se stesse attaccando la “teoria dei personaggi” in generale, anche se è perfettamente ovvio che stia criticando la mia serie senza farne menzione. Beh… non tutte le mie serie, in realtà… solo alcuni aspetti qua e là che ha scelto di selezionare.
http://www.sott.net/article/262463-Ink-Blot-Tests-and-actors-at-the-Boston-bombings

Senza menzionare il mio sito, ovviamente, evita di dover fornire un link ad esso, privando i suoi lettori dell’opportunità di giudicare da soli se le mie argomentazioni sono valide. E questo, a mio dire, è un approccio davvero schifoso. Di cosa pensate abbia paura Quinn? Se gli ci sono voluti solo tre minuti per capire che la teoria dei personaggi fosse falsa, come dice nel suo post, allora perché teme così tanto che i suoi lettori giudichino da soli?

Ecco un classico esempio della codardia di Quinn: “Alcuni blogger hanno affermato che l’uso di ‘personaggi’ negli attentati di Boston sia un tentativo di offuscare ulteriormente i confini tra ciò che è reale e ciò che è falso, tra fantasia e realtà, e ci introduce tutto in un mondo da “reality TV”. Uhm, no, in realtà, nessun blogger l’ha affermato; un blogger specifico lo ha affermato, ma Quinn senza spina dorsale preferirebbe chiaramente attaccare un obiettivo anonimo.

Tutto il suo articolo si basa su un curioso lavoro di logica orwelliana. Sostiene che i teorici dei personaggi essenzialmente lavorano a ritroso, traendo prima delle conclusioni e poi lavorando “per far sì che le prove si adattino a quella che sembra essere una teoria prestabilita”. Tuttavia, ammette candidamente che in effetti è così che funziona: “Prima di iniziare, però, dovrei spiegare come e perché il mio approccio differisce dall’approccio adottato dai sostenitori dei ‘personaggi’. Quando cerco di decidere se una particolare teoria della cospirazione, o un particolare punto di vista su una teoria della cospirazione, possa essere vera o falsa, il mio approccio è prima di tutto guardare alla plausibilità della teoria in questione”.

In questo caso, rileva, “mi ci sono voluti circa 3 minuti di ruminazione prima che iniziasse a non avere alcun senso logico”.

Per ricapitolare quindi, Quinn ha concesso alla teoria dei personaggi tre minuti di riflessione, ha stabilito che non avesse alcun senso per lui, e poiché non aveva alcun senso per lui, ovviamente non sarebbe potuto succedere, quindi ha adattato il suo lavoro sul tentativo di far combaciare le prove con le sue conclusioni affrettate. Io, d’altra parte, ho studiato letteralmente centinaia di fotografie e decine di video mentre traevo le mie conclusioni, eppure sono io quello che presumibilmente ha affrontato questa indagine in modo completamente sbagliato. Potete immaginare il mio imbarazzo.

Per quanto riguarda il “debunking” degli argomenti specifici che ho fatto, Quinn non ha molto da offrire. Sembra respingere il mio intero articolo che descrive in dettaglio le menzogne inventate da vittime e soccorritori con questo rifiuto: “è compito dei media pubblicizzare situazioni di crisi nazionali, e quindi l’esagerazione e i resoconti ambigui non possono, isolatamente, essere interpretati come prova di grandi cospirazioni che coinvolgano ‘personaggi'”. È stato deliberatamente trascurato che non erano le risorse mediatiche compromesse a far girare le storie – erano le presunte vittime e i soccorritori, i presunti eroi di questa storia. Si trattava, in altre parole (e come ho già affermato), di persone che non avrebbero dovuto avere un interesse acquisito in “promozione di situazioni di crisi nazionale”.

Quinn si sente naturalmente in dovere di intervenire su Jeff Bauman, ma lo fa in un modo non troppo distante dalle patetiche argomentazioni offerte dall’ultimo aspirante ‘debunker’: “Il fatto che Bauman sia stato trasportato su una sedia a rotelle si spiega con il fatto che in quel momento (circa 6 minuti dopo l’esplosione della prima bomba) non fossero ancora arrivate le ambulanze e quindi le barelle scarseggiassero. C’erano tuttavia molte sedie a rotelle disponibili come parte dell’entourage della maratona e queste sono state utilizzate per evacuare diverse persone prima che arrivassero le ambulanze”.

Immagino che Quinn abbia perso la parte su come Bauman e Arredondo avessero entrambi affermato che Jeff fosse stato portato direttamente su un’ambulanza in attesa, cosa che sarebbe stata difficile da fare “prima dell’arrivo delle ambulanze”. Le ambulanze non si erano ancora fermate sul posto, perché ciò avrebbe rovinato l’intero spettacolo di trascinare le vittime fuori per le telecamere in attesa, ma le ambulanze erano presenti ben prima delle esplosioni. Quinn sicuramente lo sa, proprio come sa che Bauman non è stato frettolosamente lanciato fuori di scena, anche se implica che lo fosse.

Per quanto riguarda l’idea che le barelle scarseggiassero, Quinn o ignora deliberatamente i fatti o è solo un bugiardo davvero inetto. È un fatto incontestabile che la donna identificata dai media come Mery Daniel fosse stata stesa su una barella mentre Bauman giaceva a terra a pochi metri di distanza, presumibilmente sanguinante. Ed è inoltre un fatto incontestabile, perché mi capita di avere la foto proprio qui per dimostrarlo, che Mery Daniel sia stata stesa accanto ad un’altra donna che era anche lei su una barella. Quindi la realtà è che ci fossero almeno due barelle disponibili contemporaneamente e tuttavia i soccorritori hanno scelto di non usarne neanche una per salvare il ragazzo a cui presumibilmente erano appena state tranciate entrambe le gambe e che fosse chiaramente visibile a tutti sulla scena.

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La voce per strada è che tutte le presunte vittime del primo luogo dell’attentato che sono raffigurate sotto in realtà si sono dovute portare le proprie barelle da casa per colpa dello scarseggiare di esse. Fortunatamente per loro, quel giorno stavano pensando al futuro.

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Quinn afferma ripetutamente che le vittime non dovrebbero essere giudicate in base alle loro azioni apparenti dopo l’esplosione perché erano tutte in grave stato di shock per essere state così vicine al presunto dispositivo. In effetti, sembra che sapesse esattamente dove si trovava quel dispositivo, cosa che gli ha permesso di fare affermazioni autorevoli come “queste persone sono state fotografate pochi secondi dopo che una bomba era appena esplosa proprio accanto a loro” e “una bomba è esplosa 5 secondi prima che questa foto fosse stata scattata, a circa 3 piedi da dove si trovavano le persone in questione”, e, “le donne nell’immagine sopra erano a pochi metri dall’esplosione” e, “una bomba era esplosa proprio accanto a lei pochi minuti prima”.

Ovviamente, Quinn non offre alcuna prova a sostegno nemmeno della tesi che una bomba sia esplosa a terra, per non parlare del fatto che sia esplosa in un luogo specifico che sembra essere in grado di individuare. Ma il governo e i media hanno detto che è ciò che è successo, e immagino che sia abbastanza per lui.

Quinn affronta anche la questione del perché nessuno al di fuori del transennamento temporaneo sia rimasto ferito, ma la sua argomentazione è così fondamentalmente ridicola che è impossibile prenderla davvero sul serio: “Le donne nell’immagine sopra erano a pochi passi dall’esplosione. I corridori erano a 10-15 metri dall’esplosione ed erano protetti dagli effetti dell’esplosione da transenne di metallo e legno e dal materiale che componeva il cartello pubblicitario che era drappeggiato sopra le transenne.

Sul serio?! Quando ho fatto riferimento a quello che lui chiama “il cartello pubblicitario” come uno scudo per le schegge, stavo ovviamente facendo il faceto. Ma presumo che questo tizio voglia essere preso sul serio. Non sono nemmeno sicuro di cosa altro dire, tranne forse chiedersi se possa essere solo leggermente fuorviante descrivere l’impalcatura come una “barriera metallica”? Ecco un esperimento che Quinn potrebbe voler provare: mettiti dietro un’impalcatura e chiedi ad un amico di spararti un carico di pallettoni calibro 12 contro il tuo culo. Quindi fai sapere a tutti i tuoi lettori quanto ha funzionato bene quella “barriera metallica” secondo te.

Soffermandosi su Krystle Campbell, Quinn ha questo da dire: “Per i teorici dei ‘personaggi’, sembra che quando vengono scattate due immagini della stessa scena a pochi secondi di distanza, le persone nelle immagini non sembrano muoversi. L’idea che l’operaio stesse controllando il polso e che probabilmente avrebbe tenuto le mani in quella posizione per un massimo di un minuto è apparentemente irrilevante”. Non ho idea di cosa stia cercando di insinuare con questa affermazione, ma dal momento che ha sollevato l’argomento su cosa stesse facendo il paramedico e per quanto tempo fosse lì, diamo un’occhiata e vediamo cosa ha da dire la documentazione fotografica a riguardo.

Questa prima immagine è ritagliata da una delle foto di Tang. Nell’originale a grandezza naturale, l’orologio di gara segna 4:12:06, ovvero due minuti e ventitré secondi dopo il primo scoppio. Immagino che dovrei prima sottolineare l’ovvio – che c’è già una barella sulla scena, anche se Quinn ci ha appena informato che non ce ne fossero ancora disponibili sei minuti dopo che il dispositivo è esploso. Carlos, il nuovo supereroe d’America, se ne sta a guardare, senza fare granché. La bionda paramedico si sta facendo strada tra il dottor Panter e il dottor Levine, nessuno dei quali mostra la minima preoccupazione per la difficile situazione della signora Campbell. O la difficile situazione del signor Bauman.

Nell’immagine successiva della serie, Carlos, appena visibile, non sta ancora facendo molto. Il dottor Levine è ancora in attesa. Fuori dalla visuale della telecamera, Jeff è a terra sanguinante, ma a nessuno importa davvero. La barella è ancora visibile sulla scena. Jeff probabilmente sta pensando di provare a salirci sopra da solo. La bionda soccorritrice ha raggiunto le due donne ed è piegata in avanti, parzialmente nascosto alla vista.

Proseguendo, il paramedico ora non si vede ma presumibilmente sta facendo qualcosa con le due donne. Il dottor Panter e il dottor Levine stanno entrambi guidando la barella che non verrà utilizzata né per Jeff Bauman né per Krystle Campbell. Carlos è ancora in disparte. Il fotografo, proprio dietro quel cartello curiosamente indistruttibile di Tow Zone, si sta avvicinando alla scena per realizzare il suo scatto “ragazze morte”. Ci sono diverse persone che bloccano la sua visuale, ma sembra sapere esattamente dove sta andando e cosa deve fare.

Continuando con lo scatto successivo della serie, troviamo Carlos e il Dr. Levine che non si stanno ancora spendendo per aiutare qualcuno, anche se il Dr. Panter ora è piegato, presumibilmente per lavorare su Mery Daniel. Il paramedico è in posizione ma il fotografo non è ancora pronto. Vediamo anche che un certo numero di persone, poliziotti e civili allo stesso modo, stanno lavorando in modo aggressivo per tenere gli estranei fuori dalla scena, anche se a nessuno sembra importare che ci siano già molte persone sulla scena che non hanno alcun motivo di essere là.

A questo punto, il paramedico ha avuto il tempo di controllare i segni vitali delle ragazze. Secondo il dottor Panter e altri, quello che avrebbe dovuto scoprire era che Campbell fosse in completo arresto traumatico, avesse a malapena il polso e fosse letteralmente a pochi minuti dalla morte. Il dottor Panter e il dottor Levine sono entrambi a meno di tre metri di distanza, ma lei non ha informato nessuno dei due delle condizioni precarie del suo paziente. Naturalmente, non avrebbe dovuto perché il Dr. Panter ci ha già detto che ha immediatamente realizzato che Campbell e Bauman fossero i feriti più gravi tra le vittime e, dopo aver tirato fuori uno di loro da sotto l’altro, ha rapidamente prestato aiuto per lavorare su entrambi. Ma sappiamo già che praticamente tutto ciò che Panter ha detto è una bugia.

Ad ogni modo, nella prossima immagine vediamo che Tang è tagliato fuori dall’azione per darci una visione non molto informativa del percorso. Non possiamo vedere l’orologio di gara o molto altro di rilevante. Possiamo però vedere che il fotografo ha realizzato i suoi scatti e, apparentemente disinteressato ad alcuna delle altre vittime, si è allontanato dalla scena.

Questo scatto successivo è quasi completamente inutile, poiché ci fa capire solo che l’orologio della gara ora segna 4:12:50.

Torniamo ora alla scena del delitto. L’orologio di gara segna 4:12:54. Sono trascorsi esattamente 48 secondi da quando la bionda paramedico è stata vista per la prima volta mentre si avvicinava a Campbell. Ha quindi trascorso, al massimo, forse 40 secondi a controllare Campbell e Rand, che ora sono stati lasciati incustoditi. E inoltre, Campbell è presumibilmente a pochi respiri dalla morte. Ecco perché il paramedico si è allontanato da lei. E perché il dottor Panter e il dottor Levine abbiano avuto entrambi cose più importanti da fare. E perché Mery Daniel sia stata caricata sulla barella piuttosto che Campbell. O Bauman.

Il paramedico era lì giusto il tempo necessario per allestire la scena e posare per il suo servizio fotografico. Il fotografo, un uomo in missione, era lì giusto il tempo necessario per realizzare lo scatto che era destinato a fare. Nessuno sul posto si comporta come se ci fossero almeno due persone in condizioni critiche. Nessuno, in altre parole, si comporta come se si trattasse di una vera situazione di pericolo. Il dottor Levine non cerca nemmeno di fingere di offrire qualsiasi tipo di assistenza medica a qualcuno. A un certo punto, sembrerà preoccupato principalmente di controllare la bella ragazza. So che pensate che stia scherzando, ma non è così. Si può notare anche nelle immagini precedenti, tra l’altro, la bizzarra fumosità residua che ha interessato solo la piccola area dove si erano raccolte le presunte vittime.

Ad ogni modo, sembra che Quinn sia fuori strada sia per Campbell che per Bauman. Probabilmente avrebbe dovuto rivedere le prove fotografiche piuttosto che decidere in tre minuti che conoscesse già la verità. Sembra abbastanza chiaro, tuttavia, che Quinn in realtà non abbia molto interesse per la verità. È dimostrabile dal fatto che ha questo da dire sul giornalista della Fox che era sulla scena: “Ulteriori prove per questa affermazione sono fornite da un giornalista di Fox News il giorno dell’attentato che ha dichiarato che dato che non fosse esattamente vicino al luogo della prima esplosione, quando si è guardata intorno ha pensato che la bomba provenisse dall’interno di un edificio”.

Quindi, quando un giornalista afferma in diretta in onda che “era proprio lì”, Quinn lo riporta come “non era esattamente vicino alla prima bomba”. E quando afferma con enfasi in più di un’occasione che l’esplosione sia avvenuta a metà dell’edificio, Quinn lo riporta come “pensava che la bomba provenisse dall’interno di un edificio”. E questo è il tizio che nello stesso articolo si lamenta dei resoconti “loschi” dei media mainstream?

Quinn conclude le cose con questa piccola esibizione di sfrontatezza – sfrontatezza che, mi duole dirlo, sembra un po’ ingiustificata: “Se qualcuno ha qualche ‘prova’ che non ho trattato qui, e vorrebbe che esprimessi un’opinione a riguardo, sentitevi liberi di inviarmela. Ma attenzione, ho esaminato molte “prove di personaggi” sugli attentati di Boston, e tutte si adattano a questo stesso profilo di congetture e supposizioni da lievi a folli nel tentativo di sostenere il caso”.

Dato che Quinn ha ovviamente scelto accuratamente il suo percorso attraverso la mia serie di post, è molto ben consapevole del fatto che ci sia una notevole quantità di prove concrete che ha deciso di ignorare. Forse però il suo tempo sarebbe speso meglio canalizzando gli alieni attraverso una tavoletta Ouija con il suo capo. Ho sentito che ha una passione per questo genere di cose.

Continua…

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