RIVISITAZIONE DELL’11 SETTEMBRE 2001 (ATTO II, PARTE I)

Fonte: Center For An Informed America

Di Dave McGowan
2 ottobre 2004

[Oops: nell’atto I, ho identificato erroneamente la moglie di Ted Olson come Susan Olson, anziché Barbara Olson. Pensavo che Susan Olson fosse in realtà Cindy Brady, sorella di Marcia, Jan, Greg, Peter e Bobby. Per quanto ne sappia, non è mai stata sposata con un membro reazionario della squadra di Bush.]

ATTO II: PARTE I

Le teorie che suggeriscono che qualcosa di diverso dal volo 77 sia stato responsabile dei danni arrecati al Pentagono l’11 settembre 2001 sono state aspramente criticate in certi ambienti. Due delle critiche più frequenti che ho letto sono: (1) i ricercatori che promuovono tali teorie non sono mai stati nell’area di Washington per analizzare la scena del crimine, quindi non sanno davvero di cosa stanno parlando; e (2) promuovere tali teorie può solo essere un modo per allontanare le persone dall’area di Washington, dal momento che molti di loro hanno visto l’aereo vagante.

Non trovo nessuna di queste critiche particolarmente valida. Milioni di persone, dopotutto, non hanno mai visitato Dallas nell’area di Dealey Plaza, ma sono comunque stati in grado di esaminare obiettivamente le prove e concludere che la storia ufficiale dell’assassinio di JFK non torna. Allo stesso modo, milioni di persone non hanno mai visitato l’Ambassador Hotel di Los Angeles, eppure sono stati in grado di trarre conclusioni sull’assassinio di RFK dopo aver esaminato le prove. Non vedo perché le stesse regole non dovrebbero valere per l’attacco al Pentagono.

Per quanto riguarda i testimoni, in realtà erano relativamente pochi, e una percentuale insolitamente alta di coloro che hanno appoggiato la storia ufficiale erano o militari in carriera o rappresentanti dei media. Alcuni tra i testimoni hanno riferito di aver visto un aereo molto più piccolo di un 757, forse anche un missile. Mike Walter, ad esempio, ha detto alla CNN che ciò che ha visto “era come un missile da crociera con ali, si è diretto proprio lì e si è schiantato contro il Pentagono. Un enorme esplosione, una grande palla di fuoco, il fumo ha iniziato a fuoriuscire, e poi c’è stato solo caos sull’autostrada”.

 (http://www.cnn.com/2001/US/09/11/pentagon.terrorism/)

Il testimone Tom Seibert ha detto al Washington Post che “ha udito quello che sembrava un missile, poi abbiamo sentito un forte boato”. Lo stesso articolo del Post ha rivelato che “Ervin Brown, che lavora al Pentagono, ha detto di aver visto pezzi sul terreno di quello che sembrava essere un piccolo aereo”. Inutile dire che un Boeing 757 difficilmente si potrebbe considerare un “piccolo aereo”.

(http://a188.g.akamaitech.net/f/188/920/5m/www.washingtonpost.com/wp-srv/metro/daily/sep01/attack.html)

Il Post ha inoltre parlato con Steve Patterson, che ha detto di aver visto l’aereo da circa 150 metri di distanza, “avvicinarsi da ovest a circa 20 piedi da terra”. Ha descritto l’aereo come “lo stridio acuto di un jet da combattimento” e ha aggiunto che “ha sorvolato il cimitero di Arlington talmente a bassa quota che pensava che sarebbe atterrato sulla I-385. Ha detto che stava viaggiando a velocità così elevata che non riusciva a leggere nessuna scritta sul fianco”. Patterson ha anche affermato che l’aereo che ha visto “sembrava trasportasse da otto a 12 persone” – un velivolo che difficilmente è di dimensioni sufficienti per essere un 757. E un ingombrante 757 non è certamente il tipo di aereo che ci si aspetterebbe veder avvicinare al Pentagono “sotto l’altezza della cima degli alberi”, come si presume fosse questo.

Il Guardian del Regno Unito ha iniziato il suo rapporto iniziale sull’attacco al Pentagono con le parole: “All’inizio sembrava un missile, l’aria su Washington si è riempita con il terrificante ruggito dello spostamento d’aria”. Un testimone interrogato dal Guardian ha affermato, stranamente, che “l’esplosione ha fatto esplodere un elicottero che volava sopra la sua testa”. Naturalmente, dal momento che non è stata prodotta alcuna prova fotografica dell’incidente, ci sono poche speranze di confermare o smentire questa affermazione.

 (http://www.guardian.co.uk/Archive/Article/0,4273,4254934,00.html)

Un altro testimone dell’attacco, questo di un giornalista di Space.Com, recita quanto segue: “In quel momento ho sentito un sibilo molto forte e rapido che è iniziato dietro di me e si è fermato improvvisamente davanti a me e alla mia sinistra. In una frazione di secondo ho sentito l’impatto e un’esplosione. Quello che ho visto dopo è stata la palla di fuoco. Ero convinto che fosse un missile. È arrivato così velocemente che non sembrava per niente un aeroplano”.

(http://www.space.com/news/rains_september11-1.html)

Inoltre non si muoveva come un aereo passeggeri, almeno sul radar. Il controllore del traffico aereo Danielle O’Brien, che quella mattina aveva autorizzato il decollo del volo 77 da Dulles, di certo non pensava che fosse un Boeing 757 quello che stava seguendo sul radar mentre si avvicinava a Washington. Quello che inizialmente vide era “un aereo non identificato a sud-ovest di Dulles, che si muoveva a velocità molto elevata … ho avuto letteralmente un blip e nient’altro”. O’Brien ha descritto la sua impressione del proiettile che ha rilevato: “La velocità, la manovrabilità, il modo in cui si è girato, abbiamo pensato tutti nella sala radar, tutti noi esperti controllori del traffico aereo, che quello fosse un aereo militare. Non si pilota un 757 in quel modo. Non è sicuro”. L’opinione consensuale tra i controllori, dopo aver tracciato alcuni movimenti del proiettile, è stata che “deve essere un combattente. Questo dev’essere uno dei nostri ragazzi inviato, che sta correndo a pattugliare la nostra capitale, per proteggere il nostro presidente”. Della tragitto finale del percorso che ha distrutto l’aereo, O’Brien ha detto: “Abbiamo perso il contatto radar con quell’aereo. E abbiamo aspettato e aspettato”.

 (http://www.abcnews.go.com/sections/2020/2020/2020_011024_atc_feature.html)

La maggior parte di quelli che affermano di aver assistito all’evento hanno fornito resoconti che si dice confermino la storia ufficiale. Le storie raccontate da questi testimoni, tuttavia, sono estremamente contraddittorie e a volte non plausibili in modo ridicolo, a volte coinvolgono scenari in cui l’aereo strisci un’ala lungo il terreno, o addirittura si ribalti più volte, prima di schiantarsi contro il Pentagono. Come è evidente dalla carrellata di testimonianze, come quella pubblicata sul sito web “Urban Legends” ( http://urbanlegends.about.com/library/blflight77w.htm ), c’è poco accordo tra i testimoni sulla dimensione e sul tipo di aeromobile, sull’altitudine e la stabilità dell’aeromobile, l’angolazione di avvicinamento e vari altri dettagli.

Come ogni studioso di giurisprudenza sa, anche i testimoni più sinceri e ben intenzionati possono sbagliarsi, e spesso si sbagliano, su ciò che hanno visto (soprattutto durante i periodi di stress estremo). Aggiungete a questo il fatto che ci sia una quantità pressoché illimitata di potenziali “testimoni” intorno all’area di Washington che non sono proprio ben intenzionati, e comincia a sembrare che i rapporti dei testimoni possano non essere il modo migliore per arrivare alla verità su ciò che è successo al Pentagono l’11 settembre 2001.

In parole povere, le prove fotografiche, che prevalgono sulle contraddittorie dichiarazioni dei testimoni, non avvallano la teoria che un enorme aereo commerciale si sia schiantato contro il Pentagono. Ho esaminato per la prima volta alcune di queste prove con la newsletter n. 7 (30 giugno 2002). Qui presenterò una versione completamente rinnovata di quel post, incorporando una serie di fotografie aggiuntive, una discussione sul perché la mia teoria iniziale non sia supportata dalle prove e una revisione di alcune delle “prove” comiche che i difensori della storia ufficiale hanno presentato.

È interessante far notare, tra l’altro, che il Pentagono non sia stato evacuato la mattina dell’11 settembre 2001, anche se era ampia credenza popolare che fosse un potenziale bersaglio, e anche se secondo quanto riferito era stato rilevato un proiettile sul radar in direzione dello stesso. Al Pentagono lavorano più di 20.000 persone, tutte potenzialmente a rischio quel giorno. Se l’edificio fosse stato evacuato, sarebbero accadute due cose: si sarebbero salvate vite umane; e migliaia di persone si sarebbero aggirate fuori dal Pentagono, ben posizionate per notare se il volo 77 si fosse effettivamente schiantato contro il Pentagono.

Devo inoltre far notare che i primi resoconti dei media non menzionavano nulla riguardo ad un aereo passeggeri. Alcuni rapporti sostenevano che nell’attacco fosse coinvolto un camion o un elicottero. Fox News, quel pilastro del giornalismo responsabile, inizialmente riferì che il Pentagono fosse stato colpito da un caccia dell’USAF. A differenza di New York, la storia dell’aereo ha impiegato un po’ di tempo affinché prendesse completamente forma.

* * * * * * * * * *

Sebbene in questo articolo mi riferisca spesso alla “storia ufficiale”, realmente non esiste, tecnicamente parlando, una storia ufficiale sull’accaduto al Pentagono quel giorno. Quello che esiste invece è un consenso di gruppo ufficialmente incoraggiato, e notevolmente vago, un consenso modellato e rafforzato dalle istituzioni politiche e mediatiche di Washington, che hanno accuratamente evitato di approfondire troppi dettagli. Questa strategia è apparentemente pensata per disarmare i critici, dal momento che è molto più difficile sottolineare le bugie e le assurdità della storia ufficiale se quella storia ufficiale non è mai stata presentata formalmente.

Ciò che dice la storia (non) ufficiale è che il volo 77, viaggiando ad alta velocità a pochi metri da terra, si sia schiantato contro la facciata del Pentagono intorno alle 9:38 del mattino dell’11 settembre 2001. le dichiarazioni indicavano che gli unici componenti del velivolo a restare indenni all’impatto e al successivo incendio fossero state le scatole nere e una sola luce di atterraggio. Le scatole nere non sono mai state consegnate alle autorità civili e il loro contenuto non è mai stato rivelato al pubblico.

Il mancato recupero del resto dell’aereo è stato ufficiosamente attribuito al fatto che l’intero velivolo sia stato vaporizzato dall’incendio. Ripeto: l’aereo è stato vaporizzato dal fuoco. Non solo sciolto in una pozza di metallo fuso, attenzione, ma letteralmente evaporato! Oltre 100 tonnellate di metallo, inclusi due motori per aerei da cinque tonnellate!

Nonostante dovrebbe essere scontato per qualsiasi individuo pensante, va comunque sottolineato: una combustione di idrocarburi non può assolutamente bruciare alle temperature richieste neanche per fondere un aereo da 100 tonnellate, per non parlare addirittura di vaporizzarlo. Il fatto che un’idea così assurda sia stata persino data in pasto là fuori al consumo pubblico indica che i funzionari di Washington stessero cercando disperatamente una qualsivoglia spiegazione, non importa quanto assurda, per la completa assenza di rottami aerei recuperati dal Pentagono.

Sebbene l’aereo non sia sopravvissuto al calvario, i resti dei passeggeri presumibilmente lo hanno fatto. Tutti tranne un gruppetto sono stati presumibilmente identificati positivamente attraverso l’analisi forense. Apparentemente l’incendio al Pentagono ha bruciato abbastanza da vaporizzare i motori degli aerei in acciaio, ma non abbastanza per cremare i resti umani. Mi sembra ragionevole.

(http://www.dcmilitary.com/army/stripe/6%5F48/national%5Fnews/12279%2D1.html)

Secondo quanto riferito, l’attacco al Pentagono ha danneggiato un’enorme ala di uffici, eppure, curiosamente, solo 125 persone sono state uccise e ritrovate morte sul terreno, con altre 80 gravemente ferite. Come successo a New York, le stime iniziali delle vittime erano sostanzialmente più alte. La demolizione e la ricostruzione sono iniziate quasi immediatamente e nel giro di un anno alcuni degli uffici appena ricostruiti erano già pronti e agibili.

Alcuni rapporti successivi indicavano che il volo 77 non fosse stato realmente vaporizzato, ma fosse stato in effetti in gran parte recuperato e ricostruito. Tali affermazioni non sono mai state formalmente confermate o smentite dai funzionari di Washington. Ad oggi, non ci sono prove convincenti che indichino che siano stati recuperati eventuali detriti di aerei da una qualsiasi zona del Pentagono.

Molte domande sono rimaste senza risposta per quanto riguarda la storia ufficiale dell’attacco. Ad esempio, come potevano i dirottatori sapere che sarebbero stati in grado di volare indisturbati per circa 300 miglia mentre si dirigevano direttamente nel cuore della capitale della nazione, attraverso lo spazio aereo più strettamente controllato al mondo – e non facendolo in un attacco a sorpresa, quando le difese della nazione dormivano, ma piuttosto quando il paese era nel massimo stato di allerta, e in realtà si prevedeva l’attacco? … mentre il mondo intero stava guardando, e tutte le reti televisive via cavo e broadcast fornivano una resoconto completo in diretta?

Non avrebbe avuto molto più senso che il Pentagono fosse stato il primo obiettivo colpito, sfruttando l’elemento sorpresa, considerando che la sede delle forze militari statunitensi è ovviamente leggermente meglio difesa del World Trade Center? Il modo logico per attuare l’assalto non sarebbe stato quello di colpire prima il centro di comando militare, quindi colpire gli obiettivi civili mentre i militari cercavano di riorganizzarsi e proteggere Washington? Anche un terrorista di terz’ordine lo saprebbe, figuriamoci una superstar terrorista come Osama bin Laden.

Un’altra domanda ad esser stata sollevata è il motivo per cui non sia mai stato rilasciato alcun filmato o videocassetta raffigurante un aereo che si avvicina o si schianta contro il Pentagono. In quanto sede della macchina militare dello Zio Sam, il Pentagono è ovviamente uno degli edifici più sicuri al mondo. È costantemente sorvegliato da più telecamere a circuito chiuso. Oltre ai filmati del Pentagono, sono state posizionate anche le telecamere di sorveglianza di un hotel Sheraton e di una stazione di servizio Citgo a registrare l'”incidente”. Secondo quanto riferito, il nastro di entrambe le telecamere è stato rapidamente sequestrato dall’FBI. Nessuno dei filmati ha mai visto la luce del giorno. E nonostante il fatto che un numero insolitamente elevato del personale dei media abbia affermato di aver assistito all’attacco, nessuna fotografia o video dell’attacco è mai stata rilasciata da alcun mezzo di comunicazione.

Queste cinque immagini, presumibilmente “trapelate” da una fonte del Pentagono, sono state analizzate all’infinito dai ricercatori. Secondo vari resoconti, il primo fotogramma raffigura uno tra i seguenti in procinto di schiantarsi contro il Pentagono: un Boeing 757; un aereo passeggeri più piccolo; un jet militare, come un F-15; un drone senza pilota; un missile; o un missile e un jet. Quale di questi che voi, da revisori obiettivi delle prove, vedete nel fotogramma n. 1 probabilmente dipenderà in gran parte da (a) il vostro livello di privazione del sonno; e (b) la quantità e la varietà di droghe illecite che avete consumato.

Ci sono un certo numero di curiose anomalie in queste immagini, forse la più ovvia è il fatto che i timestamp, aggiunti dopo il fatto, sono sfalsati di circa trentadue ore. Il secondo fotogramma differisce dagli altri quattro in diversi modi: è più luminoso, leggermente spostato a sinistra e oscurato in entrambi gli angoli superiori. Anche il secondo frame ha lo stesso timestamp, 17:37:19, del primo frame, anche se come si vede non è stato scattato contemporaneamente.

Alcuni ricercatori, tra l’altro, hanno affermato che i timestamp indicano una velocità del nastro di 100 fotogrammi al secondo, che questi stessi ricercatori hanno notato essere estremamente improbabile. Queste persone a quanto pare non hanno mai imparato a leggere l’ora, quindi lasciate che lo spieghi: la differenza tra 17:37:22 e 17:37:23 è un secondo, non 1/100 di secondo. Il tempo, vedete, è generalmente registrato come ore:minuti:secondi. Ma nessuno dovrebbe permettere che ciò impedisca loro di fare affermazioni stupide che screditano ulteriormente il campo di indagini sull’11 settembre.

Un’altra caratteristica curiosa delle immagini può essere osservata focalizzando la vostra attenzione sull’angolo in alto a sinistra di ogni fotogramma: l’area in cui sembra che Bob Guccione sia sgattaiolato di soppiatto e abbia steso un po’ di vaselina sull’obiettivo della fotocamera. Come si può vedere chiaramente, lo schema delle gocce di condensa (o qualunque cosa siano) è abbastanza coerente nei fotogrammi n. 1, n. 4 e n. 5, ma molto diverso nei fotogrammi n. 2 e n. 3, come se le gocce iniziassero a disperdersi per poi tornare inspiegabilmente alla loro configurazione originaria. Un’altra curiosità è che la struttura di supporto dell’elicottero la cui sagoma può essere vista davanti alla palla di fuoco nei fotogrammi n. 3 e n. 4 è incongruamente dipinta di un arancione brillante nel fotogramma n. 2.

Che cosa dobbiamo farci allora con queste immagini? Solo una delle cinque mostra presumibilmente un aereo in procinto di schiantarsi, ed è di così scarsa qualità che non è possibile eseguire alcun tipo di analisi significativa. Non c’è dubbio che le immagini siano state manipolate in vari modi, rendendole del tutto inutili per far luce su ciò che è accaduto al Pentagono l’11 settembre 2001. Lo scenario più probabile è che queste foto falsificate siano state “trapelate” in modo abbastanza deliberato al preciso scopo di intorbidire ulteriormente le acque. Tratteremo quindi queste immagini con il rispetto che meritano, vale a dire che in sostanza le ignoreremo.



A differenza del vero e proprio “incidente”, ci sono molte prove fotografiche delle conseguenze dell’attacco. Praticamente nessuna di queste supporta la storia ufficiale. Nulla che possa essere confermato essere detriti di aerei è visibile in alcuna delle fotografie che sono diventate di pubblico dominio. Le foto rivelano, e i funzionari del Pentagono lo hanno riconosciuto, che la penetrazione iniziale nella facciata dell’edificio non fosse abbastanza grande da considerare l’apertura alare di un aereo Boeing 757-200 (in realtà, la penetrazione non era nemmeno abbastanza grande da considerare la fusoliera di un 757). Infatti, tutte le foto disponibili rivelano che il danno iniziale alla facciata anteriore del Pentagono, dopo il presunto schianto ma prima del crollo avvenuto circa mezz’ora dopo, fosse relativamente lieve.

Le foto pre-crollo rivelano che la parete frontale del Pentagono sia rimasta notevolmente intatta dopo l’impatto iniziale. Funzionari del Pentagono e difensori della versione ufficiale, hanno affermato che il piccolo squarcio d’ingresso creato dal presunto aereo fosse il risultato del fatto che le ali dell’aereo siano state tranciate o ripiegate all’impatto e che solo la fusoliera sia penetrata nell’edificio — diventando, in effetti, un missile molto grande. Sarebbe un’affermazione molto più plausibile se un 757 non avesse ali molto grandi che sarebbero chiaramente visibili in queste fotografie se fossero state effettivamente tranciate nel momento in cui la fusoliera è entrata nell’edificio. Attaccati a quelle ali ci sono due motori, ciascuno di circa 9 piedi di diametro, 21 piedi di lunghezza e che pesa quasi cinque tonnellate. La storia ufficiale non si preoccupa davvero di dare spiegazione a riguardo.

Un’anima intraprendente ha messo insieme un’immagine composita che illustra, più chiaramente di qualsiasi altra immagine in cui mi sono imbattuto, l’assurdità fondamentale della storia ufficiale dello schianto del volo 77. Quella di seguito è una foto reale del Pentagono, su cui è stata sovrapposta sia un’immagine correttamente ridimensionata del danno pre-crollo alla facciata dell’11 settembre, sia un’immagine adeguatamente ridimensionata di un aereo Boeing 757-200.

pentagono

È Perfettamente ovvio in questa foto composita che l’effettivo danno da impatto al Pentagono fosse del tutto incoerente con lo schianto di un grande aereo passeggeri. È anche ovvio che, anche se accettiamo la dubbia nozione che la fusoliera dell’aereo sia scomparsa all’interno dell’edificio, alcune parti dell’aereo molto ingombranti sembrano non siano state prese in considerazione, come le due ali, i due motori e le tre pinne caudali.

Tuttavia, la storia ufficiale afferma che l’aereo ha effettivamente avuto un impatto sul Pentagono esattamente come illustrato nella foto sopra, come si può vedere nel grafico a destra, che è stato utilizzato dai portavoce del Pentagono durante una conferenza stampa post-11 settembre. Come si può vedere nel grafico, il Volo 77 avrebbe solcato tre dei cinque anelli concentrici che compongono il Pentagono, arrivando a fermarsi completamente all’interno del complesso di edifici. Secondo vari gatekeeper dell’11 settembre, questo è il motivo per cui non ci sono detriti di aerei visibili sul prato al di fuori del presunto punto di impatto (come nella foto a sinistra). Manca inoltre, inutile dirlo, qualsiasi indicazione che un aereo da 100 tonnellate avesse eseguito un’esercizio a corpo libero di routine su quel prato prima di abbattersi contro il lato del Pentagono.

Dopo il crollo, non erano ancora visibile il relitto dell’aereo, come si può vedere in queste foto post-crollo: quella centrale scattata subito dopo il crollo, mentre l’incendio continuava a bruciare, e le altre due scattate dopo che fossero iniziati i lavori di bonifica. Secondo i gatekeeper dell’11 settembre, i resti dell’aereo a quel tempo erano ancora sepolti sotto l’edificio crollato. Abbastanza corretto. Questa sembra essere un’affermazione abbastanza ragionevole, tranne per il fatto che solo l’anello esterno del Pentagono sia crollato, mentre l’aereo, secondo la versione ufficiale, è penetrato attraverso due anelli aggiuntivi, nessuno dei quali è crollato e nessuno dei quali ha prodotto detriti dell’aeromobile verificabili. E se in seguito ve ne fossero stati trovati, nessuno si è preso la briga di documentarlo con fotografie.

pentagono
pentagono

A volte viene fornita a sostegno della storia ufficiale la prova fotografica di un foro di uscita esattamente dove ci aspetteremmo che fosse situato se un aereo, o qualche altro proiettile in rapido movimento, avesse effettivamente tranciato gli anelli concentrici del Pentagono nel modo indicato dalla grafica ufficiale del Pentagono. Sfondato l’interno dell’anello a “C”, a livello del suolo, vi era un foro straordinariamente pulito che sembrava misurare circa 8′-9′ di altezza e 10′-12′ di larghezza. Questo foro, praticato attraverso una spessa parete in muratura rinforzata in acciaio, è stato presumibilmente realizzato dal muso del volo 77. Tuttavia, in nessuna delle foto, non erano presenti detriti aerei né all’interno né all’esterno del foro.

Continua…

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