L’AMERICA SOTTO UN BUSH

Fonte: Center For An Informed America

Di Dave McGowan
20 dicembre 2000

I resoconti della stampa sono pieni di speculazioni riguardo a quello che il Paese può aspettarsi dal suo eletto Presidente di fresca nomina. L’amministrazione di George Jr. rispecchierà quella di suo padre? Dopotutto, ha un aspetto e parla proprio come farebbe suo papà, se George Sr. fosse in grado di perdere circa 25 anni e più o meno lo stesso numero di punti di QI (e lo stesso Big George non era, si ricordi, la lampadina più brillante dell’albero di Natale).

Bush risulterà indebolito dalla percepita illegittimità della sua presidenza? Verrà ostacolato da un Congresso equamente diviso? Riuscirà a fare breccia in entrambe le parti politiche per creare un consenso bipartisan? Riuscirà a sanare le ferite di una nazione dilaniata? Bla, bla, bla.

Nonostante tutte le pressioni della stampa e degli esperti riguardanti gli ostacoli che deve affrontare l’amministrazione entrante, sembra abbastanza chiaro che la squadra di Bush sia stata incoraggiata dal furto delle elezioni in pieno giorno e dalla relativa passività del popolo americano, e molto probabilmente si muoverà rapidamente e con decisione per promuovere un’agenda estremamente reazionaria.

Quindi cosa ci dovremo aspettare di preciso nei prossimi giorni e anni? Cosa ha in serbo per noi il Team Bush? La buona notizia è che le politiche di Bush non saranno molto diverse, probabilmente, da quelle della Clinton. La cattiva notizia è che le politiche di Clinton hanno fatto sostanzialmente schifo. Al contrario, spinto dalla stampa e dall’opinione pubblica, Clinton ha avanzato uno dei programmi più reazionari rispetto a qualsiasi Presidente degli Stati Uniti dei tempi moderni.

Una delle prime cose a cui dovremmo stare attenti è che, il periodo di transizione abbreviato verrà grossolanamente sfruttato per speronare una serie di discutibili nomine di gabinetto, che verranno, per ovvie questioni confermate in modo superficiale, nello spirito del bipartitismo, dall’orribilmente corrotto Congresso degli Stati Uniti. Questi incarichi riceveranno, chiaramente, una copertura stampa decisamente inferiore rispetto alle prime “variegate” nomine.

Ci si aspetta inoltre di vedere Little George tendere la mano ai Democratici del Congresso, in particolare ai senatori, nel distribuire incarichi di gabinetto. D’altronde l’importantissima illusione di cercare la conciliazione di “provenire dall’opposizione”, della quale la stampa adora discutere, possiede un fine molto più importante: tutti i democratici sottratti al Congresso possono essere rimpiazzati con i repubblicani.

In tal modo, i repubblicani possono riconquistare la loro esile maggioranza ottenuta in entrambe le camere, in gran parte strappata via dalle elezioni. Ma aspetta un minuto, mi dite. Non sarebbe come cambiare le regole dopo le elezioni, cosa di cui la Corte Suprema ha appena mosso parere negativo. Al contrario, sarebbe più come cambiare l’esito di un’elezione popolare, cosa di cui la Corte ha proprio affermato andare benissimo.

Il punto è che la composizione del Congresso può, e probabilmente sarà, cambiata in una certa misura attraverso le nomine di Gabinetto. L’ovvio vantaggio per la squadra di Bush sarebbe che un Congresso controllato dai Repubblicani faciliterà l’avanzamento dell’agenda Bush… anche se questo non vorrebbe suggerire ingenuamente che i Democratici del Congresso abbiano probabilmente intralciato la strada.

Sarà, tuttavia, più facile per la stampa giustificare davanti al tribunale dell’opinione pubblica la vile complicità del Congresso nel dare il via libera ad ogni proposta reazionaria che emergesse dalla Casa Bianca di Bush. Dopo aver riempito quella casa di democratici disonesti e fascisti conclamati (e forse, il seminterrato con Ollie North & Co.), la squadra di Bush sarà pronta per fare il suo lavoro.

Ci si aspetta in tempi brevi che, all’interno della nuova amministrazione, venga inscenato un incendio nel Reichstag, che fornisca il pretesto per sciogliere il Congresso e usurpare i poteri legislativi … Oh, aspettate un minuto … mi è venuto in mente un altro capo di Stato che abbia assunto il potere ‘legalmente’. Non importa.

Piuttosto, ci si aspetta che la tanto sbandierata “riforma” fiscale di Bush sia prominente nell’agenda. Non preoccupatevi però; non avrà alcun effetto su di voi. I guadagni in conto capitale e le tasse di successione saranno senza dubbio ridotti drasticamente, magari addirittura eliminati del tutto. Anche le imposte sul reddito potrebbero essere abbassate, anche se prevalentemente in favore delle aziende e degli aventi redditi stratosferici. Alcuni risparmi potrebbero persino finire sui vostri conti, ma non ci contate.

Ci si aspetta inoltre una “guerra intensificata al terrorismo”. Ciò che sta in realtà a significare, chiaramente, è un crescente attacco ai diritti civile e umani degli americani. Ci verrà riferito palesemente che i nostri legislatori stanno trovando un equilibrio tra i diritti dei cittadini americani e la necessità di difendersi dalla minaccia inesistente del terrorismo interno ed internazionale. In nome della nostra protezione, verrà sferrato un attacco globale ai nostri pochi diritti democratici rimasti.

Questo è il tipo di programma, ci assicurerà la stampa, che gode di un ampio sostegno bipartisan. Un altro favorito programma bipartisan, che probabilmente vedremo, è un nuovo disegno di legge sulla criminalità omnibus. Più polizia, forze dell’ordine meglio attrezzate, più carceri, utilizzo più liberale della pena di morte, restrizioni sui ricorsi, più comportamenti criminalizzati, maggiore cooperazione tra le forze dell’ordine federali, statali e locali: tutto questo e altro è necessario, se vogliamo che si prenda sul serio l’essere “duri con il crimine”.

Due parole d’ordine da tenere d’occhio per quanto riguarda il Team Bush sono “privatizzazione” e “deregolamentazione”. Per i Bushwhackers, più ce ne sono, meglio è. Scuole, strutture sanitarie e carceri sono i principali candidati alla privatizzazione, in aggiunta, chiaramente, alla previdenza sociale e all’assistenza sanitaria. La deregolamentazione potrebbe colpire ovunque, in qualsiasi momento, propagandata come un modo per abbassare i costi dei consumatori aumentando la concorrenza. Ci si aspettano aumenti di prezzo drastici e improvvisi a seguito di qualsiasi atto di deregolamentazione.

Nel campo della politica estera, si osservi un atteggiamento sempre più bellicoso nei confronti del vecchio amico di Papino Bush, Saddam Hussein. Non importa il fatto che gli atteggiamenti bellicosi delle due precedenti amministrazioni siano costati la vita a ben due milioni di iracheni, a causa delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti, dei bombardamenti ancora frequenti e dei persistenti danni ambientali causati dall’uso estensivo di uranio impoverito radioattivo.

È giunta l’ora di essere davvero duri con l’Iraq. Abbastanza difficile, forse, per portare la guerra moderna nell’era nucleare. Potremmo essere testimoni del primo dispiegamento al mondo di un’arma nucleare “tattica”. È molto probabile che accadrà con la pretesa di distruggere presunte strutture sotterranee nucleari/di guerra biologica irachene.

In altre parole, possiamo schierare le nostre armi di distruzione di massa per distruggere le loro armi di distruzione di massa. Cosa potrebbe esserci di sbagliato in questo? Dopotutto, tutti sanno che sono fottutamente pazzi. E chi metterebbe in dubbio le motivazioni di grandi americani come Colin Powell nel dirigere e approvare un’azione del genere?

Altrove sul fronte delle relazioni estere, ci si aspetta una nuova missione per i nostri uomini e donne in divisa. Dovranno essere incanalati un sacco di soldi nelle tasche degli amici di Bush, Cheney e Baker nell’industria della “difesa”. Il modo migliore per farlo, chiaramente, è trovare una zona dove scaricare le nostre scorte di bombe e missili esistenti.

È inoltre necessario ricordare ripetutamente a tutte quelle nazioni “canaglie” là fuori, che siamo seriamente intenzionati a imporre mercati approvati dagli Stati Uniti in ogni angolo del globo. È noto che l’opposizione alla manipolazione e allo sfruttamento da parte della Banca mondiale, del Fondo monetario internazionale e dell’Organizzazione mondiale del commercio abbia portato ad un caso di sindrome da bombardamento aereo improvviso.

Un’altra cosa che ci si può aspettare dalla squadra Bush (e questa, credo, è la mia preferita) sono un paio di nomine reazionarie alla Corte Suprema. Ricordate la Corte Suprema, vero? Quello era il ramo del governo che nominò Little George alla presidenza.

Vedete, questo è il modo in cui funziona una “democrazia”. La Corte Suprema nomina il Presidente, e il Presidente a sua volta nomina la Corte Suprema. Penso che sia ciò che chiamano “separazione dei poteri” o “sistema di controllo e contrappeso” o roba del genere. E mentre siamo in tema di Alta Corte, ci si aspetta che si riprenda immediatamente ad emettere decisioni a sostegno dei diritti degli “stati” e inizino nuovamente a respingere a ritmo regolare i casi che si occupano di “eguale tutela”.

Il lato positivo è che una delle cose che non ci si dovrà aspettare dal team Bush è l’abrogazione dei diritti all’aborto. Contrariamente alle loro immagini elaborate con cura, la famiglia Bush, e un numero qualsiasi di altri “conservatori” a Washington, non sono realmente contrari alla pratica dell’aborto. Fanno solo finta di assicurarsi il supporto della lobby degli Abortion Clinic Bombers.

La verità è che la maggior parte delle donne che sono in cerca dell’aborto proviene, ed proveniva sempre, dai livelli più bassi della società. Le minoranze e le donne delle classi socioeconomiche inferiori sono gravemente sovrarappresentate. La realtà piuttosto dura è che, dal punto di vista del Team Bush, meno “quella gente” si riproduce, meglio si starà.

La maggioranza “conservatrice” della Corte Suprema possiede da tempo il potere di revocare il diritto all’aborto. Non ha ancora scelto di farlo, e probabilmente non lo farà nel prossimo futuro, pur avendo una maggioranza più ampia. I giudici della Corte, se non altro, si sono dimostrati del tutto capaci di ignorare i propri precedenti e di abbandonare le loro apparentemente ben salde convinzioni costituzionali.

Vi ho appena presentato alcune delle cose da tenere d’occhio nell’era Bush. Ma che dire riguardo a quell’altro tizio, colui che ha perso (grossomodo)? Che cosa, in ultima analisi, dobbiamo dire dell’ex avversario di Bush? Che tipo di epitaffio dobbiamo redigere per Al Gore?

Questo scrittore, assieme alla maggior parte della stampa statunitense, non è stato gentile con Al Gore. Alcuni, come me, lo hanno deriso in quanto praticamente indistinguibile da Bush. Altri lo hanno criticato per aver sperperato la presunta eredità di Clinton. Altri ancora, in modo piuttosto bizzarro, lo hanno additato come troppo “liberale”.

Sembra esserci un consenso abbastanza ampio sul fatto che Gore abbia condotto una campagna piuttosto fiacca e una battaglia post-elettorale decisamente debole. Mi viene in mente però che, in un certo senso, siamo stati forse un po’ troppo severi con la nostra critica alla spalla di Clinton.

Pare, col senno di poi, che Gore abbia avuto un duro lavoro da svolgere. Dopotutto, doveva riuscire in qualche modo a perdere contro George Bush, senza dare l’impressione di farlo intenzionalmente. E doveva farlo rappresentando un’amministrazione ampiamente considerata (anche se in modo fittizio) dal popolo americano come portatrice di una prosperità senza precedenti in tempo di pace sulla nazione.

È un compito piuttosto arduo da colmare per chiunque. Il paragone più simile che mi viene in mente sarebbe, ad esempio, che Mike Tyson si tuffi dal ring contro Pauly Shore, senza dare l’impressione intenzionale di perdere l’incontro. Se vi trovaste nella stessa complessa situazione, pensate davvero che avreste potuto perdere in maniera migliore?

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