VI DISPIACE SE FACCIO L’IMPRONTA AL VOSTRO CERVELLO?

Fonte: Center For An Informed America

Di Dave McGowan
24 febbraio 2001

Nulla è mai fatto per il bene delle persone, persino quando le apparenze potrebbero mostrare il contrario. Questa è una delle regole inviolate riguardo alla politica che deve essere applicata quando si tenta di interpretare qualsiasi azione, evento o orientamento significativo. Un corollario a tale regola è: qualsiasi nuova tecnologia sarà utilizzata a danno – e mai a vantaggio – dei popoli.

Nonostante ciò, si sta sviluppando un’opinione consensuale secondo cui l’accettazione di routine delle prove del DNA all’interno delle corti statunitensi sarebbe un’eccezione a queste regole. La prova del DNA, ci è stato detto, essere un modo per correggere eclatanti errori giudiziari. In effetti, avvocati di crociata come Barry Scheck hanno costruito carriere sfavillanti scagionando chi è stato condannato ingiustamente. Anche se, è improbabile sia questo l’obiettivo finale della cricca del DNA. Svuotare le carceri del Paese non sembra essere in cima alla lista delle priorità dello Stato.

Al contrario, trovare nuovi modi – così come nuove ragioni – per incarcerare l’America pare essere all’ordine del giorno. In ogni caso, la liberazione dei condannati in modo ingiusto rappresenta una buona strategia per vendere la tecnologia del DNA al grande pubblico. È anche un bel modo per venderne una nuova: l’“Impronta Cerebrale”. Se non sapeste di cosa sto parlando, l’Impronta Cerebrale (Brain Fingerprinting) è un modo per leggere effettivamente la mente di un sospettato e determinare se abbia commesso o meno un crimine. Non sto scherzando.

Questa è proprio l’affermazione fatta dal creatore e principale sostenitore della nuova tecnologia. Come riportato da 60 Minutes il 12 dicembre 2000, il presunto scienziato “civile” Larry Farwell “afferma che analizzando le onde cerebrali di un sospetto criminale, lui può dire se quell’individuo abbia commesso o meno un crimine”.

L’eminente scienziato ha spiegato al corrispondente Mike Wallace che: “La differenza fondamentale tra una persona innocente e una persona colpevole è che una persona colpevole ha commesso un crimine” – un’osservazione palesemente brillante all’altezza dei migliori di Harvard. Secondo Farwell, questo significa che “la traccia è memorizzata nel suo cervello. Ora abbiamo un modo per misurarla scientificamente”. Sempre secondo Farwell: “Il cervello non mente mai”.

La colpevolezza o l’innocenza, quindi, possono essere determinate semplicemente leggendo la mente del sospettato. Questo concetto ingegnoso è stato abbracciato, non a caso, da tutti i soliti noti. Come ha osservato Wallace: “Il lavoro del dott. Farwell è stato finanziato dalla CIA” e “anche l’FBI è interessata alle impronte digitali del cervello e ha permesso al dottor Farwell di testare la sua tecnologia presso l’accademia di formazione del Bureau a Quantico, in Virginia”. Nel consiglio di amministrazione è presente anche il senatore Charles Grassley (R-IA), che “ha chiesto al General Accounting Office di studiare la tecnologia di Farwell per vedere se avrebbe dovuto essere finanziata a livello federale”.

Ovviamente, sappiamo tutti che la CIA e l’FBI – per non parlare del Congresso guidato dai repubblicani – sono paladini della giustizia intransigenti, motivo per cui il dottore sta “usando un caso di omicidio di 23 anni fa in Iowa per cercare di dimostrare ad un giudice che la sua tecnologia funziona. Come per le prove del DNA, la natura reazionaria di questa tecnologia deve essere celata per vendere i suoi meriti alla gente. Pertanto, quando Wallace ha posto la domanda se la tecnologia verrà “utilizzata più per l’assoluzione che per inchiodare un sospetto”, ha ricevuto la risposta: “Penso che probabilmente sarà lì che la sua utilità avrà più successo”.

Sul sito web di Farwell ( http://www.brainwavescience.com ), il dottore proclama coraggiosamente la sua invenzione come “una nuova tecnologia rivoluzionaria per indagare sui crimini e scagionare sospetti innocenti”. Più vicino alla realtà dei fatti, però, c’è una dichiarazione che Farwell ha fatto ad un giornalista del Fairfield Ledger: “Mi piace catturare i cattivi e assicurarli alla giustizia. Penso che sia una cosa molto importante da fare”.

Supponendo quindi, per puro scopo argomentativo, chiaramente, che le intenzioni della CIA e dei suoi ex partner siano in qualche modo meno che nobili – e che liberare coloro che hanno ingiustamente trascorso gran parte della loro vita dietro le sbarre non sia l’obiettivo finale – non è difficile immaginare che strada stia percorrendo tale tecnologia. Non è difficile, peraltro, prevedere una profonda revisione del sistema di giustizia penale americano.

La guerra di propaganda per ottenere il sostegno popolare è già iniziata. L’arma principale è, chiaramente, la televisione, forse il più potente dispositivo di guerra psicologica mai creato. Oltre a fornire un canale per una raffica ininterrotta di propaganda, la televisione ha avuto un effetto tremendamente corrosivo sulla società americana.

Girava voce che prima dell’avvento della TV, le famiglie comunicavano effettivamente tra loro di tanto in tanto. Ho anche sentito che i quartieri e le comunità si riunivano la sera per socializzare e godersi l’intrattenimento offerto da performer e artisti locali. So che è difficile crederlo, ma molti anziani giurano fosse così.

Tutto questo iniziò a cambiare con l’avvento della radio e, in modo più significativo, della televisione. All’inizio, ovviamente, solo pochi potevano permettersi il lusso della televisione, il che portava a grandi assembramenti nelle case di coloro che erano abbastanza fortunati da possedere un apparecchio. Ma in poco tempo, quasi tutte le case ne ebbero una e i legami della comunità iniziarono a rompersi, con ogni famiglia che si ritirava nella propria abitazione per ricevere la propria dose personale di propaganda.

Non sarebbe passato da lì troppo tempo, che la maggior parte delle abitazioni possedesse più televisori, suddividendo la famiglia in unità ancora più piccole per ricevere il loro “intrattenimento” serale. I personal computer e Internet hanno ulteriormente atomizzato la società statunitense, attirando ognuno di noi nel nostro cyber-mondo privato. L’obiettivo finale è piuttosto palese, e cioè, trasformare la società in una brutale e impersonale lotta ognuno per se stesso per la sopravvivenza, una società priva di empatia o comprensione.
Naturalmente, è possibile che la distruzione dei legami sociali sia stata solo una conseguenza non intenzionale e del tutto imprevista dell’introduzione dei nuovi mezzi di informazione. Questa interpretazione degli eventi storici, tuttavia, infrange ancora un’altra delle regole inviolate dell’analisi politica: quasi nulla accade mai per caso, sbaglio o coincidenza – e le conseguenze di un’azione sono quasi sempre intenzionali. Ma ora divago.
Il punto a cui volevo arrivare è che, a parte l’impatto negativo sulla società che il mezzo stesso ha avuto, c’è anche il fatto inevitabile che la televisione sia un mezzo straordinariamente efficace per trasmettere propaganda. E si può starne certi, tutto ciò che viene trasmesso attraverso la televisione è propaganda. Va da sé che questo vale per la cosiddetta informazione giornalistica, che è ovviamente pura propaganda ed è riconosciuta come tale dalla maggior parte degli osservatori attenti.

Ciò che è meno ben compreso è che ciò che chiamiamo programma “di intrattenimento” è anch’esso in gran parte propaganda, progettato per promuovere una visione occidentale del mondo e per creare una sorta di visione a tunnel che limita la nostra capacità di pensare in modo critico. E perché non dovrebbe essere così? Dopotutto, tale programmazione è prodotta e trasmessa dallo stesso gruppo selezionato di titani fascisti dei media che vi porta notizie e informazioni.

E, a dire il vero, gran parte dell’attuale lotto di programmazione in prima serata è abbastanza facile da riconoscere come propaganda. Alcuni degli elementi di spicco sono la visione irrimediabilmente romanzata e sterilizzata di Washington presentata da The West Wing, l’agenda apertamente fascista di “legge e ordine” promossa da The District e quella visione dell’America come Stato di sorveglianza completamente degenerato che tutti sappiamo e amiamo essere sopravvissuto.

Di particolare interesse qui però sono quegli show che si concentrano sulla professione legale. Certamente non mancano programmi di questo tipo che abbelliscono le onde radio americane in questi giorni, il più popolare e acclamato dei quali dalla critica è probabilmente The Practice di David Kelley. Con il riconoscimento che questo programma – insieme a innumerevoli programmi simili – non viene trasmesso solo per il suo valore di intrattenimento, ma come un altro tentativo della polizia del pensiero di plasmare l’opinione pubblica, è istruttivo esaminare quale messaggio viene inviato al pubblico televisivo.

Il messaggio predominante di The Practice – rafforzato su base settimanale – è che l’attuale sistema contraddittorio della giurisprudenza è gravemente carente nella sua capacità di dispensare giustizia. È costantemente dimostrato che la colpevolezza o l’innocenza dell’imputato ha poca o nessuna influenza sulla disposizione delle cause penali. Gli avvocati difensori ottengono regolarmente assoluzioni per i clienti descritti come colpevoli e perdono regolarmente casi in cui i loro clienti vengono percepiti come innocenti.

Come ha affermato Richard Posner, professore di diritto, giudice e probabile risorsa dell’intelligence: “È diventato un luogo comune che una persona innocente abbia maggiori possibilità di assoluzione in un tribunale europeo che in uno americano, e un colpevole, una migliore possibilità di assoluzione in un tribunale americano che in un tribunale europeo”.

È certamente vero che il sistema del contraddittorio porta ad alcuni eclatanti errori giudiziari. Questi sono spesso dovuti all’estrema corruzione degli avvocati di entrambi le parti, così come di vari altri personaggi rilevanti all’interno del sistema di giustizia penale (a volte gioca un ruolo anche l’incompetenza di vari agenti del tribunale). Tuttavia, non è così che le cose ruotano in TV.

Sul piccolo schermo, i difensori dello Stato e gli accusati agiscono con la massima integrità e spesso con una buona dose di indignazione morale. Gli errori giudiziari sono descritti come una conseguenza naturale ed estremamente comune della struttura stessa del sistema di giustizia penale americano. Il sistema, in altre parole, è fallace e l’integrità degli personaggi di spicco non può compensarlo.

Ma il sistema è marcio? Non c’è dubbio che la mentalità a tutti i costi vincente generata dal sistema del contraddittorio porti a false convinzioni. Ma è sempre stato così – molto più adesso che in qualsiasi altro momento della storia della nazione – e i media, l’intrattenimento o altro, non si sono mai preoccupati tanto prima. Ma, se il sistema è davvero marcio in questo momento, allora è sempre stato tale.

Allora perché ritrarlo come tale adesso? La risposta è, molto semplicemente, perché adesso abbiamo un’alternativa all’orizzonte. Adesso abbiamo la capacità di determinare scientificamente l’innocenza o la colpevolezza, determinata come un giudizio puramente oggettivo. Si afferma che il test del DNA sia in grado di identificare positivamente una persona escludendo letteralmente miliardi di altri potenziali sospetti.

Allo stesso modo, il Brain Fingerprinting viene affermato in modo piuttosto assurdo dal suo inventore avere un livello di “confidenza del 99,99%”. L’argomentazione può quindi essere avanzata: se possiamo determinare la colpevolezza di una persona con una certezza scientifica, perché preoccuparsi del rituale arcaico di un processo? Non è diventato un concetto obsoleto? Si dirà sicuramente che i processi contraddittori sono una reliquia del passato, un male necessario per proteggere i diritti degli ingiustamente accusati in passato, ma del tutto superfluo in un’era in cui la tecnologia rende le decisioni oggettive.

Lo stesso Barry Scheck – acclamato da pseudo-progressisti per il suo lavoro con l’Innocence Project – suggerì pubblicamente sulla scia del processo Louise Woodward che si sarebbe dovuta convocare una giuria di “esperti” per giudicare un caso scientifico così complicato. E, dopotutto, non era quello, il messaggio inviato al pubblico dall’orribile reportage sul processo OJ? Non ci è stato essenzialmente detto che la giuria era semplicemente troppo stupida per valutare il significato delle prove scientifiche?

È questa la direzione in cui ci stiamo dirigendo in un futuro non troppo lontano? La convocazione di “comitati scientifici” sostituirà le attuali giurie dei nostri colleghi? E questo sarà solo un passo verso l’eliminazione totale delle giurie, così come degli avvocati dello Stato e degli accusati? La giustizia sarà dispensata dall’apparente certezza scientifica nel prossimo futuro? Sembra ragionevole presumere che sarà così.

Ciò non accadrà dall’oggi al domani, ovviamente. La ristrutturazione del sistema giudiziario penale richiederà del tempo. Ogni fase del processo, naturalmente, verrà considerata come un avanzamento progressivo. Ad esempio, si affermerà che gli avvocati dei milionari non saranno più in grado di sovvertire la giustizia in favore dei ricchi. Il campo da gioco verrà livellato, con la giustizia non più in vendita; tutti gli imputati saranno trattati allo stesso modo, con verdetti dipendenti esclusivamente dall’innocenza o dalla colpevolezza. Si, come no. Bella fiaba, ma qui sul pianeta Terra si presenta una realtà diversa.

Il problema più evidente con questa visione della giustizia futura è che le persone che analizzeranno e interpreteranno i dati scientifici sono le stesse persone che stanno attualmente finanziando la ricerca: i nostri buoni amici della CIA e varie altre agenzie di intelligence intrecciate. Cooptando completamente tutta questa tecnologia “emergente”, l’infrastruttura di intelligence nazionale otterrà il controllo totale della dispensazione della “giustizia”. E questo, amici miei, non è assolutamente una buona cosa.

Come riportato dalla rivista Esquire nel gennaio 2001: “Se sei accusato di un crimine, l’ultima cosa che vorresti vedere è un esperto forense dell’FBI che testimonia per l’accusa. Con la loro aura di indipendenza e integrità, questi agenti esercitano una potente influenza sulle giurie. Ma come dimostrano i casi Ralph Plotner e altri, questi testimoni sono troppo spesso fornitori di prove contaminate e totale falsità.

La realtà è che i processi contraddittori, per quanto imperfetti possano essere, sono tutto ciò che si frappone tra te e gli insondabili poteri coercitivi dello Stato. Un buon avvocato difensore e una giuria di tuoi pari costituiscono la migliore – e unica – protezione che si ha dalla persecuzione indiscriminata. Ecco perché il nostro sistema attuale, difetti e tutto il resto, è infinitamente migliore del nuovo mondo coraggioso verso cui ci stiamo dirigendo. Ma poi magari, sono solo paranoico.

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